BMW K1300S – Long Test Ride

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Si prende una K1200S, si aggiunge qualche cavallo, si tolgono tutti i difetti è il gioco è fatto

Prova su strada
Le prime sorprese si hanno subito, non appena si avvia il motore. Incredibilmente più silenziosa rispetto alla 1200: spariti, infatti, tutti i rumori meccanici, in modo particolare quello del tendicatena idraulico che per qualche secondo dall’avviamento disturbava il sound del grosso 4 cilindri. Più silenzioso anche l’innesto del cambio, sopratutto all’inserimento del primo rapporto che prima avvisava con un rumore metallico ed un sussulto trasferito dal cambio al cardano.
Ottima l’erogazione di questo 1300 che supera, così, quello che era un tallone d’Achille della versione precedente. Ora ci si trova per le mani un mix fra motore e trasmissione dove non è stato lasciato nulla al caso: dal minimo dei giri fino a fondo scala, la coppia è molto più regolare ed omogenea, non strappa, non mostra evidenti cambi di carattere, non ha buchi, tira sempre e molto più di prima a tutti i regimi. Ai possessori di K frontemarcia, porebbero bastare solo queste migliorie per pensare ad un upgrade, da 1200 a 1300; è stata realizzata una moto nuova che riprende la precedente e la migliora in tutti gli aspetti.
Aggiustata anche la frenata che, da quando nel 2007 quando l’impianto aveva abbandonato la servoassistenza, si dimostrava a volte inadeguata se messa sotto stress. Ora, con due dita si gestisce un sistema potente e perfettamente modulabile. Sempre efficace il già noto sistema ABS – optional che ci sentiamo di consigliare su ogni moto ove sia disponibile – di serie sulla K1300S. Da affinare, invece, l’ASC, l’anti slittamento che debutta proprio sui K1300; due le modalità di intervento decise di volta in volta dalla centralina che legge i dati delle due ruote foniche, una più delicata ed una più aggressiva. Avremmo preferito, però, che potesse essere disattivato indipendentemente dall’ABS, scelta che attualmente non è consentita, quindi escludere l’antispin comporta anche l’esclusione dell’antibloccaggio.
Come abbiamo anticipato, le modifiche alla ciclistica hanno portato un miglioramento della maneggevolezza senza, però, intaccare la titanica solidità già conosciuta sulla K1200S nei lunghi curvoni autostradali o nei più rapidi cambi di direzione.
Un optional che definiamo piacevole più che irrinunciabile è il quickshifter che consente cambiate più veloci senza l’uso della frizione e senza staccare il gas; si dimostra più efficace ed anche più divertente da usare quando si sta spalancando in rettilineo, piuttosto che negli spazi urbani, considerato che lavora decisamente meglio agli alti regimi.
Praticamente esente da difetti, insomma; segnaliamo soltanto la leva del cambio più alta che obbliga a manovre poco naturali quando si deve scalare da marce alte e la sella, identica nell’aspetto, ma dall’imbottitura forse troppo morbida quando si cercano in curva l’appoggio e la sensibilità necessari ad un perfetto controllo della moto. Ma, tant’è, anche Achille aveva il suo tallone!

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