Punta della Dogana Venezia

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Il nuovo centro d’arte contemporanea a cura di Tadao Ando conclude una vicenda che non ha eguali nella storia recente di Venezia

Punta della Dogana è un nuovo centro d’arte contemporanea di Venezia che, assieme a Palazzo Grassi, ha portato un nuovo respiro internazionale alla Serenissima.
L’edificio di Punta della Dogana è caratterizzato da una struttura semplice e razionale: il volume crea un triangolo, diretto riferimento alla forma della punta dell’isola di Dorsoduro, mentre gli interni sono ripartiti in lunghi rettangoli, con una serie di pareti parallele.
Con profondo rispetto per questo edificio emblematico, tutte le partizioni aggiunte nel corso delle ristrutturazioni precedenti sono state diligentemente rimosse, al fine di ripristinare le forme originali della primissima costruzione. Riportando alla luce le pareti in mattoni e le capriate, lo spazio ritrova la propria energia e rimanda alle antiche usanze marinare.
Al centro dell’edificio, uno spazio quadrato occupa due navate, conseguentemente a una ristrutturazione precedente.

L’inaugurazione del nuovo centro d’arte contemporanea Punta della Dogana a Venezia conclude una vicenda che non ha eguali nella storia recente di Venezia.
L’arrivo della Pinault Foundation a Venezia e le iniziative varate a Palazzo Grassi hanno infatti contribuito a portare a rapida maturazione una delle più promettenti possibilità offerte dalla città che nel 2005 era ancora in attesa di essere colta: la trasformazione dei magazzini di Punta della Dogana in una nuova sede espositiva o in una nuova istituzione museale.
Tadao Ando ha elaborato rapidamente il progetto per il nuovo centro. Se si osservano i suoi disegni si nota come sin dal primo momento le linee dell’intervento fossero chiare.
Il caratteristico impianto dei magazzini affiancati e linearmente disposti tra le rive del Canal Grande e del Canale della Giudecca, doveva essere mantenuto.
Realizzando imponenti lavori di rifondazione della fabbrica per porla al riparo sia dall’umidità sia dagli affetti delle alte maree e prevedendo di riconfigurare i soppalchi esistenti, il fine del progetto era quella di attrezzare uno spazio di circa 5.000 metri quadrati.

Attualmente, in questo meraviglioso spazio espositivo che unisce storia, tradizione, innovatività e la spiazzante forza creativa tipica dell’arte di oggi, si tiene la mostra ‘Mapping the Studio‘ che raccoglie le opere e le installazioni di alcuni dei più importanti artisti contemporanei tra cui Jeff Koons, Sigmar Polke, Rudolf Stingel, Cindy Sherman, Richard Prince, Cy Twombly, Cady Noland, Robert Gober, Takashi Murakami, Jake e Dinos Chapman, solo per citarne alcuni.
A queste icone si affiancano opere di talenti emergenti come Matthew Day Jackson, Adel Abdessemed, Wilhelm Sasnal, Rachel Harrison, Mark Grotjahn, Richard Hughes, Nate Lowman, Mark Bradford, Gelitin e Kai Althoff.
In occasione di Mapping the Studio, inoltre, la François Pinault Foundation conferma la sua solida tradizione di mecenatismo nei confronti di Venezia commissionando ad alcuni artisti nuove opere site-specific, che sottolineeranno la natura eccezionale del rinnovato impegno verso la città.

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