Driade collezione 2011

Driade presenta in occasione del Salone del Mobile la sua nuova collezione: poltrone e sedie sono la riconosciuta manifestazione di una poetica arte di abitare….

Marca che profetizza un progetto complesso di un’aristocratica estetica dell’abitare, Driade ha scelto la Settimana del Design di Milano e il Salone del Mobile per presentare la sua nuova collezione e riconfermare i vecchi successi, sempre riconosciuti come sinonimo di tendenza e di creatività d’avanguardia.

La marca con la sua posizione di leadership in Italia nel settore dell’arredamento, propone tavolini, sedie  e arredi dalle linee semplici e sinuose, rileggendo, a volte, anche i trend in voga negli ultimi anni ’80 o dei grandi classici degli anni ’50, come sta già facendo d’altro canto anche la moda da qualche tempo. È la ricerca e l’attuazione di una cultura ricca di segni prima dell’avvento di sconvolgimenti nel sistema del pensiero (per esempio dopo ultimi anni ’80 arrivò il minimal) uno dei mood estetici sui quali si è deciso di riflettere: imbottiti con supporti puntuti in fusione di alluminio; poltrone quasi “antropomorfe” con scheletri in vetroresina, grandi sedute in rattan e in midollino come troni, tavolini perfetti, sinuosi e  senza spigoli….

Particolarmente interessanti sono, anche, il ritorno della poltrona Sabrina di Alessandro Mendini, seduta-rifugio per pensare con schienale alto e “grandi orecchie”, che Driade ripropone più attuale e contemporanea che mai come omaggio al Maestro e il contributo di grande designer contemporanei come Fabio Novembre e la sua seduta dalle sembianze umane Nemo.
Fabio Novembre utilizza il furniture design per raccontare storie intense e coinvolgenti; in Nemo, per esempio un volto dalle sembianze classiche viene “scavato” per creare uno spazio da vivere e abitare. Una testa-poltrona, quinid, vissuta dall’interno e che, come una maschera, cela e protegge chi vi è seduto.

La collezione 2011 Driade è una proposta di grande attualità aperta sul futuro che nega  l’appiattimento della globalizzazione, ma ne intuisce la vitalità e la freschezza derivate dalla moltiplicazione dei luoghi di sviluppo delle idee e ne fa la sua ricchezza volta ad una ricerca sull’arredamento e sul design che si traduce in vera e propria poesia.

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