Harley Davidson XR1200 ? Test Ride

Nuovo modello e nuova filosofia, diversa dal classico concetto di moto americana che abbiamo imparato a conoscere

Harley Davidson XR1200 – Test Ride. Vero, filosofia tutta nuova alla base di questa XR che nasce dalla Sportster ma si distacca dalla famiglia di origine a passi lunghi. Vocazione sportiva e anima europea sono le due linee principali che hanno tratteggiato lo sviluppo di questa moto, nata dalla collaborazione fra la sede europea e quella americana dell’azienda; posizione di guida raccolta, motore prestazionale, estetica essenziale ma d’impatto. Insomma, si fa notare nel panorama delle moto europee – tali non solo per carattere ma anche per origine – ma il marchio sul serbatoio è inconfondibile. E con esso, permangono alcune caratteristiche altrettanto uniche, dall’architettura del motore al suo comportamento. Europeo è anche il prezzo, in linea con le sue concorrenti – anche se non è così facile trovare una moto analoga -, e poco americana – o meglio, poco Harley – è anche la cura costruttiva che si può dire complessivamente buona ma non perfetta come le altre sorelle di Milwaukee; ad esempio su alcune saldature sullo scarico che, francamente, potrebbero essere più precise e meno invadenti allo sguardo. Ma – tant’è – non vogliamo essere pignoli, semplicemente Harley ci ha abituati a standard di particolare minuziosità fin nel minimo dettaglio.

Al primo sguardo, si fa subito notare la posizione di guida aggressiva, il contrasto fra il grigio satinato veriniciato a polvere del motore e il nero di forcelle, ruote e manubrio. Sella essenziale ma comoda, comandi e strumentazione standard adottati su tutta la gamma Harley e doppio scarico laterale a destra che punta verso l’alto e sfocia in due piccole uscite poste asimmetricamente. Insomma, il carattere c’è e lo si nota ancor prima di salire in sella. 3 i colori disponibili, Pewter Denim, Vivid Black e Mirange Orange Pearl.

Prova su strada
La posizione in sella è comoda – considerato il tipo di utilizzo per cui è nata – anche se i più alti potrebbero soffrire di un’angolazione delle gambe abbastanza chiusa ma riteniamo che fino a 190 cm di altezza non possa essere considerato un difetto. Insomma, avviamo il grosso twin che al minimo ondeggia alla grande, quasi scalpitasse per partire. Infatti, non appena in movimento, le vibrazioni diventano assolutamente accettabili. I 90 cavalli all’albero si fanno sentire già dai 1500 giri quando il motore comincia a spingere bene fino alla soglia del limitatore, nel quale capita spesso di incappare, considerata l’efficace progressione fino alla fine dei giri. Un po’ rigide le sospensioni ma efficaci e in linea con il carattere sportiveggiante. Da segnalare il cambio insolitamente duro e un po’ ritroso negli innesti ma è sufficiente prenderci la mano…anzi, il piede! Decisamente riuscito, invece, l’impianto frenante Nissin composto da 2 dischi all’anteriore e uno al posteriore; frenano con mordente riuscendo a contrastare l’inerzia dovuta alla massa della XR. 260 kg in ordine di marcia non sono proprio in linea con la diretta concorrenza ma alla guida non si fanno sentire e nemmeno nelle manovre da ferma dimostrando un raro equilibrio di cui è stata dotata questa Sportster e che si traduce in stabilità e piacevolezza. Infatti, non sono le prestazioni da cronometro che vanno cercate nella XR ma una guida piacevolmente briosa che permette di passeggiare o anche di aprire la manetta per affrontare la serie di curve che si può trovare di fronte, grazie anche alla notevole luce a terra – insolita per un’Harley – regalata dalla posizione delle pedane abbastanza alte e grazie alle coperture Dunlop realizzate appositamente. Insomma, curva dopo curva, l’XR1200 si fa amare anche per il suo carattere versatile e per la guida che consente, facile e intuitiva.

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