Pregio e bellezza – Cammei e intagli dei Medici

Dal 25 marzo al 27 giugno 2010, il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti dedica una mostra ad un particolare aspetto dell’arte: il collezionismo di gemme antiche e moderne

Il collezionismo di gemme costituì uno degli aspetti più affascinanti del processo di riscoperta dell’antico che caratterizzò il Rinascimento. A partire dalla prima metà del XV secolo cammei e intagli furono ricercati con fervore da pontefici, principi e cardinali, scatenando in alcuni casi aspri conflitti tra estimatori, pronti a spendere cifre molto elevate pur di aggiudicarsi il pezzo desiderato.
Attraverso un selezionato numero di pezzi di eccezionale qualità provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri, la mostra ‘Pregio e bellezza – Cammei e intagli dei Medici‘  intende illustrare la complessa storia di questo tesoro, a partire dalla sua costituzione ad opera di Cosimo e, soprattutto, Piero de’ Medici, che ai cammei e agli intagli riservò un posto di rilievo all’interno del suo rinomato studiolo.
Lorenzo Ghiberti, Donatello e Sandro Botticelli sono solo alcuni degli artisti che nelle diafane raffigurazioni delle gemme medicee trovarono importanti spunti creativi. Tale aspetto sarà documentato in mostra da un’ampia varietà di opere, codici miniati, medaglie, disegni, dipinti e sculture atti a dimostrare la grande fortuna degli esemplari posseduti dai Medici.

In molti casi si tratta di fedeli traduzioni dei modelli iconografici prescelti, ma non mancano esempi più originali, in cui gli elementi desunti dalle pietre incise si arricchiscono di aspetti del tutto nuovi, come si può riscontrare in alcuni disegni di Leonardo da Vinci, Francesco Granacci e Lorenzo di Credi, artisti che nelle gemme non trovarono solo un eterogeneo repertorio di forme e figure, bensì un efficace strumento per il recupero del senso di equilibrio e di misura delle proporzioni caratteristico dell’arte classica.
In virtù dell’incessante politica di acquisti portata avanti dai successivi Granduchi di Toscana e dai loro familiari, nella seconda metà del XVII secolo la rifondata raccolta medicea consolidò la propria fama a livello europeo, tanto da essere considerata dai molti viaggiatori del Grand Tour di inizio Settecento una delle principali meraviglie di Firenze. Altri elementi concorsero inoltre alla sua fortuna: fra questi la riproduzione delle gemme più preziose nel campo dell’illustrazione libraria, che ebbe nell’impresa editoriale del Museum Florentinum guidata da Filippo Buonarroti e Anton Francesco Gori una delle sue massime espressioni, e la realizzazione di impronte in paste e zolfi colorati raccolte spesso in serie tematiche. Tale categoria di oggetti contribuì più di ogni altra a divulgare i temi delle pietre medicee in tutta Europa e principalmente tra gli artisti neoclassici, che ad esse tornarono a ispirarsi per le loro invenzioni pittoriche e scultoree.

La mostra apre Firenze 2010 Un anno ad arte (www.unannoadarte.it), l’ambizioso e articolato progetto espositivo dei Musei Statali Fiorentini promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, il Museo degli Argenti, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

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