Sindrome di Stendhal

Nella miriadi di malattie, la sindrome di Stendhal, è decisamente innocua. Questa ‘malattia’ prende il nome dallo scrittore francese Marie-Henri Beyle che usava lo pseudonimo di Stendhal, e ne fa una prima descrizione in uno dei suoi scritti dopo una visita alla chiesa di Santa Croce a Firenze. Successivamente è anche stata chiamata col nome Sindrome di Firenze, quando in anni recenti è stata ufficialmente riconosciuta dalla medicina.

Ma quali sono le cause e soprattutto i sintomi?
Le cause sono puramente psicologiche ed è generata dalla visione di opere d’arte o luoghi di particolare bellezza che vanno a colpire nel profondo l’animo o meglio la psiche del soggetto.
I sintomi possono essere svenimento, tachicardia, sudorazione, vertigini, debolezza e anche allucinazioni. In alcuni casi, si ha una situazione di isteria che può portare alla volontà di distruggere o rovinare la fonte del malessere.

Come nei telefilm americani vediamo di fare un profilo del possibile ‘ammalato’:
– uomo
– dai 30 ai 70 anni
– di cultura elevata
– vive solo
– personalità solitaria o con poche relazioni sociali
– atteggiamento gentile e cortese
– europeo o giapponese

Non è un serial killer, anche se potrebbe sembrarlo. E sembra che americani, cinesi ed africani non siano coinvolti, forse perché poco sensibili? Non lo sappiamo. Gli italiani ne sono immuni perché vivono circondati dalla bellezza e dalle opere d’arte. Può sembrare una sciocchezza ma è così.

Quanto può durare? Abitualmente è temporanea e dura solo per il tempo della visione che scatena questi sintomi, ma può anche avere una durata maggiore.

Se girando per musei vedrete qualcuno particolarmente incantato ed affascinato dalla Nascita di Venere del Botticelli o dalla Ronda di notte di Rembrandt (sembra siano tra le opere che possono suscitare facilmente questa malattia), state pronti a chiamare…i soccorsi.

 

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