BMW C 600/C650 ed il Life Style capitolino

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Spostamento urbano sullo scootero Sì, ma che sia trendy ed esclusivo, per il Life Style metropolitano!

Funzionalità, praticità, convenienza, affidabilità: tutti, almeno in teoria, sanno quali siano le caratteristiche che vanno ricercate in un mezzo di locomozione. Indubbiamente è chiaro quali siano i punti di forza necessari per sopravvivere all’incipiente frenesia metropolitana, ma per resistere all’appiattimento dello stile ed al grigiore del traffico?
Gli scooter BMW, sia il C 600 Sport che il C 650 GT, si sono proposti, fin dalla loro prima apparizione, come mezzo di sintesi tra queste due esigenze: essenza ed estetica.

Nello sviluppo di questi due mezzi si sono sicuramente tenute presente le esigenze solitamente espresse da parte degli scooteristi, ossia l’utilizzo per l’urban commuting, più banalmente chiamato “tragitto casa-lavoro-casa”, e per lo svago fuori porta. Prende così vita uno scooter in una duplice declinazione: uno con una vocazione più sportiva, che richiami direttamente quelle caratteristiche di grinta ed affidabilità della BMW Serie M, il C 600 Sport, e l’altro che si rifà alle lussuose berline di rappresentanza, con cui spostarsi indisturbati per il mondo, ossia il C 650 GT.
Ottimi motori, prestazioni di riferimento per il settore, attenzione alla sicurezza con l’adozione di ABS e Traction Control, ma soprattutto: un’estetica con grande personalità, eleganza e raffinatezza.

Un modo unico di disegnare uno scooter, come uniche sono le mete cui ambiscono il C 600 ed il C 650. Certo, lo scooter è un mezzo economico ed alla portata di tutti, quindi spesso pensato come mezzo “giovane”, quindi si pensa di trovarselo parcheggiato di fronte ad un fast food o ad un negozio che venda jeans strappati, ma forse non è questo il caso. Un itinerario molto più consono al C 600 Sport ed al C 650 GT potrebbe essere quello che abbiamo seguito noi.

La bellezza di Roma, lo sa bene chi la conosce, non risiede tanto nei grandi monumenti incorniciati da file di persone multicolori che sparano flash e starnazzano, non è la maestosità e grandezza di alcune opere, ma sono i vicoli, gli scorci, le botteghe rimaste com’erano secoli fa, vive testimonianze di un tempo che fu. In quest’ottica non c’è forse posto migliore del Portico d’Ottavia, il cuore del quartiere ebraico romano, alle spalle della sinagoga, dove sorge la galleria d’arte Ermanno Tedeschi che, proprio in questi giorni, espone Daniel Libeskind.

L’architetto cosmopolita, nato da due sopravvissuti all’olocausto, ha improntato la sua arte sulla destrutturazione delle linee canoniche, sfidando, e vincendo spesso, le stesse leggi della fisica, con linee inclinate ed apparentemente impossibili; ha realizzato il museo ebraico di Berlino ed il Master Plan di Ground Zero a New York e qui a Roma viene celebrato con l’esposizione di 52 sue bozze originali, intitolata “never say the eye is rigid”, che ne ripercorrono l’evoluzione stilistica e che, dopo Roma, verranno esposte a Milano, Torino, Tel Aviv e New York.

Dopo l’aperitivo, si riprende lo scooter, si fa un breve giro per il centro e ci si dirige a provare una commistione gastronomica di tradizione romana e partenopea, ovviamente in un luogo riservato e che domini la città. I gourmet più smaliziati avranno già capito che se si parla di cucina romano-partenopea che domina la veduta di Roma, non si può che parlare del ristorante del Gran Melia Villa Agrippina Resort, splendidamente gestito dallo chef “bi-stellato” Alfonso Iaccarino.
Chef per tradizione, gastronauta per passione, Iaccarino presta moltissima attenzione alle materie prime, producendone alcune di persona nella sua tenuta campana, per creare piatti che ripercorrano la tradizione romana, con un pizzico di sole e mare napoletani, sempre con la massima attenzione all’equilibrio ed all’innovazione, arrivando a creare piatti tanto semplici a dirsi, come ad esempio i paccheri cacio, pepe e scorfano, quanto “stellari” da assaggiare.

Fin qui, forse è stato il BMW C 600 Sport a muoversi meglio nel traffico cittadino, grazie alla sua linea più sottile e quindi ad una maggiore maneggevolezza nei cambi di direzione e nello “svicolamento” da traffico, mentre volendo lasciare l’aggrovigliamento urbano, forse è meglio preferire la comodità e la capacità di carico del C 650 GT.

Una volta a bordo del C 650 GT  ritroviamo quella comodità, lusso e comfort che ci rimandano alle grandi moto turistiche della “Casa dell’elica”, capaci di attraversare il pianeta senza alcun problema. Non sappiamo se anche il C 650 GT, effettivamente, sia capace di andare in capo al mondo, ma di sicuro ci porta con tranquilla spensieratezza a Labico, non molto lontano da Roma. Anche in questo caso, chi bazzica il mondo delle forchette dorate, sa benissimo che in questo paesino alle porte della Capitale non c’è assolutamente nulla da vedere, né da un punto di vista archeologico né artistico, c’è solo un motivo per andare a Labico: il Villafredda Resort di Antonello Colonna.

Personaggio famoso nel settore per essere un guitto anarchico, seguendo il suo estro reinventa la cucina romana e trasforma il vecchio ristorante di famiglia in un laboratorio culinario che l’ha portato a conquistare gli Stati Uniti e le loro star, per poi tornare in patria e prendere in cura il ristorante del Palazzo delle Esposizioni, nominato quindi “Open Colonna”.

Nella sua tenuta di 20 ettari costruisce un resort immenso nella campagna coltivata, dove il lusso ed il design architettonico della struttura, si integrano e contrappongono ai pascoli rurali della zona. Poche stanze, tutte rifinite con maniacale cura e solo con oggetti di design, una spa che fa invidia a molti alberghi e resort ben più “di moda”, ma soprattutto una cucina attenta ai sapori e alla tradizione culinaria romana, ma mai banalmente e mai che segua pedissequamente la ricetta originale.

Un itinerario così andrebbe provato, più che descritto, e non possiamo quindi che invitarvi caldamente a farlo, così come i due scooter della BMW, funzionali e pratici, ma soprattutto belli e con personalità, hanno ispirato noi in questa scoperta di un urban commuting all’insegna del piacere e del godimento e non sempre e solo del traffico e dell’ufficio… perché in fondo il bello della vita è soprattutto quello che ci godiamo quando siamo in ozio!

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