La bellezza incontra il gaming, tra inclusione e lotta agli stereotipi

Anche i videogame possono avere un ruolo nella lotta ai luoghi comuni e alle stereotipizzazioni. È così che una nuova figura della donna e della bellezza viene portata avanti grazie all’alleanza con il gaming. Partiamo smontando il primo stereotipo: il gaming non è un mondo di soli uomini. Secondo gli ultimi studi sono oltre 1 […]

Anche i videogame possono avere un ruolo nella lotta ai luoghi comuni e alle stereotipizzazioni. È così che una nuova figura della donna e della bellezza viene portata avanti grazie all’alleanza con il gaming.

Partiamo smontando il primo stereotipo: il gaming non è un mondo di soli uomini. Secondo gli ultimi studi sono oltre 1 miliardo e 300 milioni le donne e le ragazze che fanno parte della comunità globale degli appassionati e addirittura il 60% inizia a giocare prima dei 13 anni.

È proprio questo nuovo panorama che ha portato avanti la richiesta di un gaming più inclusivo e una denuncia particolare: alcuni videogiochi riflettono ancora modelli di bellezza sbagliati, basati su standard rigidi e colpendo l’autostima del pubblico femminile.

I dati della ricerca

Il 60% delle donne infatti non si sente rappresentato dai videogiochi, secondo la ricerca condotta dalla Dove all’interno dell’iniziativa Real Virtual Beauty. “Crediamo che la bellezza debba essere una fonte di sicurezza – ha spiegato Leandro Barreto, Dove Global Vice President – non di ansia, in ogni aspetto della vita, sia reale che virtuale”. Per questo nasce la missione sociale di Dove che ha come obiettivo la promozione della fiducia e dell’autostima, la misura perfetta per contrastare la proliferazione di stereotipi negativi nell’industria del gaming in rapida crescita. “Attraverso il nostro lavoro con il team educativo di Unreal Engine e Women in Games, insieme al lancio di SuperU Story – continua – speriamo di avere un impatto reale su milioni di donne e ragazze che trascorrono il loro tempo libero giocando”.

Un nuovo modello di bellezza

Serve quindi un nuovo modello di bellezza, inclusivo e diversificato, che non tenga conto solo dell’aspetto esteriore, ma che guardi anche alle abilità morali, all’intelligenza, all’interiorità. E un assist, in questo senso, ce lo fa il passato. Quello che troviamo all’interno della slot machine online Helena, il nuovo prodotto lanciato da Novomatic e ispirato all’Antica Grecia. Protagonista di questa slot è la figlia di Zeus, considerata la donna più bella dell’antichità, un’antichità in cui la bellezza, quella vera, si univa anche alla perfezione dell’anima. I greci la chiamavano “kalokagathia”, parola che nasce dall’unione di “kalos”, buono, e “agathos”, bello, a voler sottolineare l’unione tra interno e esterno, tra come si appare e tra come si è.

Altra iniziativa che si inserisce nel solco delle precedenti è quella lanciata da Essence, che ha fatto il suo debutto una delle piattaforme di gaming più famose, Roblox, con il gioco “Color dare by essence”. L’obiettivo del gioco? Usare la gentilezza per vincere e salvare il mondo. L’obiettivo dell’iniziativa? Riflettere sulla libertà di sentirsi veramente se stessi. “Dopo questo fantastico inizio – ha spiegato Thorsten Mühl, Chief Digital Marketing & Experience Office di Cosnova – stiamo pianificando ulteriori attivazioni su Roblox. Essence vede molte opportunità in questo settore per attirare l’attenzione su altre questioni sociali e per educare e sensibilizzare i giocatori”. Rendere il mondo più inclusivo, insomma, è questione di gioco.

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