Il bisbetico domato di Melissa Nathan
«Jazz non sopporta Harry…» No, troppo banale. Ah, ecco: «Il bisbetico domato!» Questo sarebbe un titolo perfetto per un articolo, pensa Jasmin Field – Jazz per gli amici – giornalista professionista e attrice dilettante alle prese con un remake teatrale di Orgoglio e pregiudizio. E pensare che è stato proprio lui a sceglierla per interpretare Elizabeth Bennet, la brillante protagonista… Lui chi? Harry Noble, il più grande (e stronzo!) regista del pianeta! Presuntuoso, egocentrico (ma quanto è bello e affascinante…) In più ha detto che la trova brutta! E grassa! Però è davvero bravo nel suo lavoro, chi può negarlo? Anche se guarda tutti dall’alto in basso e si comporta proprio come Darcy, l’eroe romantico inventato da Jane Austen.
In un inebriante intreccio tra finzione del palcoscenico e realtà di tutti i giorni, Jasmin dovrà tenere testa allo spocchioso Harry. Fra scambi di battute al vetriolo e siparietti romantici, chi la spunterà?
Melissa Nathan è nata nell’Hertfordshire. Giornalista per dodici anni, dal 1998 si è dedicata alla scrittura a tempo pieno. Mentre sta lavorando a The Nanny, che nella primavera del 2003 entra nei primi dieci posti della classifica del «Sunday Times», scopre di avere un cancro al seno. Morirà nel 2006, all’età di 37 anni. Nel 2007 viene istituito, in suo onore, un premio letterario, il Melissa Nathan Award for Comedy Romance.
«Ed eccolo lì. Per quanto incredibile, Harry Noble camminava davanti a loro lungo la banchina deserta della stazione di West Hampstead. Nessuno fiatava, tutti osservavano l’uomo alto dall’incedere elegante, lo sguardo fisso sull’uscita.
“HARRY!” urlarono più voci, rauche e supplicanti.
Molto lentamente, lui girò il capo con fare regale e sorrise. Poi sparì. Per un istante ci fu silenzio, poi i passeggeri cominciarono a parlare tra di loro.
“Oh mio Dio, dal vivo è addirittura più bello!”
“Mi ha strizzato l’occhio! Mi ha strizzato l’occhio!”
“Sto per svenire!”
“Mi ha strizzato l’occhio! L’avete visto tutti, vero?”
Jazz si meravigliò che tutte quelle persone, trattenute contro la loro volontà in uno spazio stretto e soffocante per quindici infernali minuti per permettere a uno solo di uscire più velocemente, fossero così imbecilli. È soltanto un uomo, pensò Jazz, un uomo che va in bagno come loro, a cui vengono il mal di testa e le emorroidi.»