Tony Ward autunno inverno 2010 2011

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Lo stilista del lusso porta in passerella una collezione Haute Couture raffinata e con un pensiero solidale

Tony Ward firma una collezione di alta moda per l’autunno-inverno 2010 2011 che si basa su due principi cardine: la più raffinata sperimentazione Haute Couture e uno sguardo rivolto alla Solidarietà.
La passione per l’Haute Couture il designer libanese l’ha dimostrata nelle 37 creazioni che hanno raccontato la maturità creativa del suo percorso di sperimentazione e di ricerca estetica.
I capi sono realizzati in 200, 300 e persino 400 ore di lavoro e sono ricchi di dettagli preziosi, nascosti da una manifattura precisa e perfetta e hanno un’anima che fa brillare di vita e di bellezza ogni donna che li indossa.
I materiali impiegati sono poi nuovi e impiegati in mix innovativi: la raffia insieme a sete e tulle crea forme sempre originali e sono arricchiti da reti metalliche quale simbologia della “gabbia” in cui vivono le donne colpite dal cancro.

Tony Ward dà spazio al proprio talento creativo plasmando e mixando lavorazioni spesso ardite: giacche strutturate sopra vaporose e sinuose gonne, abiti corti che richiamano lo stile Charleston, tagli Impero con ricami in rilievo che creano volumi giocando con fiori, veli e trasparenze.
Una Collezione che si declina in pochi e privilegiati colori, uno su tutti il rosa nelle sue molteplici nuance: tenue, madreperlato, delicato, morbido, intenso quale allegoria di giovinezza, amore e simbolo per eccellenza della lotta contro il tumore al seno. Il rosa è un assolo negli abiti da sera ma a volte duetta con il nero, accompagnato da paillettes argento e swarovski su plissè evanescenti e soffici drappeggi.
Si tingono di rosa anche le mise da giorno per i tailleur dalle linee decise e importanti, ma sofisticate.
E per chiudere un abito da sposa affascinante, seducente e comunque simbolico: una donna regina di se stessa, una donna che sa affrontare tutti i momenti speciali della sua vita, da quello in cui vede realizzare il suo sogno, a quello in cui sa guardare oltre, quando è a rischio la sua femminilità.

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