Visitare Lisbona: piccola guida per vedere il meglio della città

Un itinerario nella Lisbona antica, la suggestiva città principale del Portogallo da visitare passeggiando tra le avenidas e spostandosi per i suoi tram storici, per cogliere lo spirito e l’anima di questa affascinante capitale.

Un itinerario di due giorni per vedere il meglio e le cose più importanti della città di Lisbona, la capitale del Portogallo.

Lisbona è una città diversa con un’anima particolare e, come tutte le cose speciali, o la ami o non ti piace per nulla. Lontana dall’esserne delusa, appartengo a quel gruppo di persone che l’hanno amata e se ne innamorano sempre di più ad ogni incontro. Cosa c’è di affascinante in una città che non  ha nulla a che fare con i fasti imperiali delle grandi capitali europee, ha un misto tra retrò e decadente ed è per giunta un po’ malinconica? Forse è proprio questo il filo conduttore che questa volta mi porta ad apprezzare la capitale portoghese che si affaccia sull’Atlantico.

Cosa vedere a Lisbona

Questo mio ennesimo incontro fugace con la città inizia con il n. 28, il classico vecchio tram sul quale ogni giorno decine di turisti si mescolano gli abitanti del luogo per arrampicarsi nei quartieri di Bairro Alto. In alcuni tratti della salita le vie del vecchio borgo sono talmente strette e tortuose da costringere i tram ad alternarsi su un unico binario. Lascio il tram all’altezza della Portas do Sol, un posto panoramico che regala degli sguardi imperdibili sulla città e sull’Oceano. Impossibile non restarne affascinati.

A questo punto indugio fra le viuzze curiosando fra le vecchie case segnate dal tempo, dalle brezze oceaniche e dall’incuria. Qualche scatto rubato all’intimità di un portone dove aleggia un delizioso profumo di cannella e poi la visita al Castello di San Jorge, iniziato dai visigoti nel V secolo, successivamente fortificato dai  mori che edificarono una cinta muraria di circa 2 km con ben 10 torri . Anche qui mi soffermo per godere della incantevole vista e questa volta mi trattengo un po’ aggiungendoci una visita anche agli annessi scavi archeologici.

All’uscita del castello mi tengo sulla destra, e all’altezza del n. 31 di Rua Bartolomeu de Gusmão scatto alcune foto ad un paio di sedie colorate di viola ed una graziosa fioriera con delle piante aromatiche. La porta è verde con un’insegna Clara em Castelo. Mi affaccio e scopro trattarsi di un piccolo delizioso bistro, che si rivelerà una buona occasione per concedermi una pausa ristoratrice ed assaggiare dell’ottimo bacalao.

Decido quindi di indugiare ancora un po’ per scattare alcune foto e quindi scendendo verso la parte bassa, nel quartiere dell’Alfama incontro il . E’ così che viene chiamata affettuosamente dai suoi abitanti la vecchia Cattedrale del XII secolo in stile gotico e barocco, la cui costruzione originaria andò seriamente danneggiata in occasione del terremoto del 1755. Decido che merita una ennesima visita e questa volta mi concedo anche un sopralluogo agli interessanti scavi archeologici nel chiostro sul retro.

Scendendo di poco lungo la strada, per devozione non posso tralasciare una visita alla Iglesia de Santo Antonio da Sè, sorta nel luogo in cui c’era la casa del veneratissimo Santo che a Lisbona nacque e visse per molti anni.

Decido quindi di tenermi sulla sinistra verso il mare ed indugiare ancora un po’ nel caratteristico quartiere dell’Alfama. Non si può conoscere a fondo Lisbona se non se ne è conosciuta l’anima più autentica e per alcuni versi inquietante. Un groviglio di stradine che si arrampicano sul colle che dà sul mare, talmente strette dove in alcuni punti chi vi abita può stringere la mano al dirimpettaio …

Tornando verso il quartiere della Baixa, così viene chiamata la parte bassa della città che è stata interamente ricostruita dopo il terremoto del ‘700, in Rua Dos Bacqulhoeiros faccio una sosta nella “Antica Conserveira de Lisboa”, una botteguccia graziosa e dal sapore retrò che dal 1930 vende confezioni di tonno, sardine, baccalà e quant’altro. Un trionfo di scatolette ordinatamente confezionate ed impilate che difendono la dignità di un prodotto umile ma dal sapore antico. Assieme agli immancabili Dulces de Belem costituiscono il mio bottino di viaggio portoghese preferito.

Indugiando lungo la zona pedonale della Baja in cerca di vecchie bottegucce, vengo attratta da una vetrina che espone degli interessanti capi ed accessori vintage. Mi incuriosisco, mi affaccio e scopro con sorpresa che si tratta di un Tea Room-bistro. A Outra Face de La Luna si trova al n. 22 di Rua de Assunção ed è un posto davvero interessante dove fare una sosta ed acquistare accessori e capi vintage. La situazione si sposa benissimo con l’atmosfera un po’ decadente e retrò squisitamente lisbonese.

Procedo la mia passeggiata visitando l’altra faccia della città, il quartiere di Bairro Alto dove c’è molta vita, qualche elegante caffè, dei bei negozi e qualche bella bottega di antiquariato; decido arrivarci prendendo il vecchio ascensore in ferro, l’Elevador de Santa Justa, elegante opera di un allievo di Eiffel.

Per la cena prenoto un tavolo in un locale che avevo notato anni addietro e che desideravo moltissimo tornare a visitare. Bene, – mi dice il responsabile del ristorante – a che nome devo prenotare e per quante persone? – solo per me… rispondo – …allora, continua scherzando il signore,  segno la sua prenotazione con il nome di Cenerentola.

E così verso sera attraverso il Rossio, respirando l’aria elegante della città, brulicante per l’ora degli aperitivi. Non posso trattenermi dall’entrare e scattare qualche foto nell’ antica Chapelaria Azevedo, dove si realizzano meravigliosi cappelli dal 1886 e vi sono dei bellissimi originali arredi d’epoca.

Mi dirigo quindi nella zona pedonale di Rua das Portas de Santo Antao, dove vi sono molti hotels e ristorantini tursitici. Al civico 58 un anonimo ingresso ed alcuni gradini portano ad un patio in stile moresco molto caratteristico da vedere.

La Casa do Alentejo, è la sede di una vecchia casa Editrice ed attualmente sede di un club. Al piano superiore ospita un ristorante noto ai turisti non tanto per la cucina tipica della regione alentejana, quanto per la bellezza degli azulejos che ricoprono le pareti delle due sale ristorante, cui si aggiunge un bel salone delle feste, addobbato con eleganti stucchi. Ad accogliermi il gentile caposala che riconoscendomi garbatamente mi prende sottobraccio, mi accompagna e mi fa accomodare al tavolo prenotato per… Cenerentola. Un epilogo un po’ da favola che segna un continua

Dove dormire a Lisbona

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