Galleria Museo Campari, in Lombardia l’aperitivo è arte

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Vicino Milano si trova la galleria museo Campari, non solo inteso come bottiglie e bevande uniche al mondo ma anche come comunicazione pubblicitaria, dal primo Novecento a oggi.

Un museo serve a raccontare la storia attraverso le testimonianze che sono giunte fino a noi. E questo non vuol dire soltanto opere d’arte. Un museo può raccontare anche con parti di un motore a scoppio, con teli ricamati, con piante … e con aperitivi. Nel caso di Milano – Sesto San Giovanni, per la precisione – la Galleria Museo Campari fa proprio questo. Racconta un’epoca storica e uno stile di vita usando un marchio di aperitivo ormai famoso in tutto il mondo ma che esattamente qui è nato, nel 1860.

Campari, una bevanda divenuta simbolo

Campari prima di essere il nome di una bevanda è il nome dell’uomo che l’ha inventata. Erano gli albori dell’Unità d’Italia, nel 1860, quando un giovane barista di Novara, in Piemonte, ideò una ricetta per un nuovo aperitivo. Il barista si chiamava Gaspare Campari e in breve tempo, grazie a questa invenzione, il suo piccolo “Bar dell’Amicizia” divenne un nome famoso in tutta la città! Forte del successo, negli anni in cui la nuova Italia amava sperimentare e costruire, Campari si trasferisce a Milano e inizia a produrre la propria bevanda in maniera industriale.

Tra il 1862 e il 1880 la famiglia Campari riesce ad aprire un elegante caffè a due passi dal duomo. All’interno, anche un laboratorio per affinare la famosa e segreta “ricetta”. Il figlio di Campari ha continuato la tradizione del padre nel XX secolo, e anzi ha ampliato e espanso l’azienda. Gli eredi, a cavallo del cambio di millennio, hanno incluso sotto il marchio Campari anche bevande straniere (la giamaicana Lascelles Mercado, la francese Spmil) e nazionali (la siciliana Fratelli Averna) rendendo l’azienda veramente universale e storica.

Oggi esistono numerose varianti della classica bevanda Campari. I giovani amano lo Spritz Campari, o il Campari Mojito. I più stravaganti ordinano un Campari Shakerato oppure un Campari Negroni Sbagliato. I turisti adorano il Campari Americano. E le sperimentazioni sono tutt’ora sempre aperte e sempre valide. Ma per raccontare questa storia centenaria in continua evoluzione bisognava creare un luogo in cui anche le nuove generazioni potessero imparare il lungo cammino di questo grande nome.

Galleria Museo Campari

All’interno di uno degli ex stabilimenti Campari, nella palazzina liberty di Sesto San Giovanni, in onore dei 150 anni dell’azienda, nel 2010, venne inaugurato un museo particolare. Pensato fin da subito per colpire e per affascinare, la Galleria Campari è una realtà che non si limita a esporre ma vuole coinvolgere il visitatore con un percorso interattivo e multimediale, dedicato al rapporto tra il marchio Campari e la pubblicità che l’ha reso universale.

Già dagli esterni si capisce la magia di questo luogo. Il lavoro spettacolare degli architetti Mario Botta e Giancarlo Marzorati ha fatto in modo di preservare l’antica palazzina Liberty (1904) dove gli eredi di Campari insediarono il primo stabilimento, racchiudendola dentro una “nicchia” di cemento e vetro che forma il nuovo stabilimento alle sue spalle. Poi si entra dentro, e qui la fantasia architettonica esplode alla vista come una bomba di bellezza!

Attraverso i corridoi arancione vivo, le stanze con schermi, le vetrine illuminate, la Galleria Campari raccoglie oltre 3.500 opere dedicate alla famosa bevanda. Disegni pubblicitari su carta, manifesti e grafiche di inizio secolo, spot degli anni Ottanta e Novanta fino alle nuovissime pubblicità digitali.

Il percorso in Galleria Museo Campari

Il primo piano è un po’ l’introduzione del “libro storico”. Un insieme di lavori che ricordano le origini del marchio e della sua promozione. Ci sono le prime bottiglie, i primi manifesti, la loro evoluzione. Il percorso racconta di come la ricetta Campari ha saputo “comunicare” per farsi conoscere e di come, attraverso “gli antichi bar” ha saputo creare momenti e idee innovative.

Salendo al secondo piano, si passa ai tempi più moderni. L’itinerario qui è dedicato interamente alla pubblicità, al merchandising, a quegli oggettini che con il nome Campari sopra diventano anche souvenir speciali. I bicchieri dalle forme strane, i cavatappi, il marchio che diventa decorazione e così via.

I due piani del museo vengono anche usati come luoghi di esposizione per mostre dedicate all’argomento o al marchio in particolare, con eventi organizzati ad arte anche in occasione di anniversari storici e idee didattiche. Di solito, per visitare la galleria al di fuori degli eventi, bisogna prenotare per tempo, chiamando lo 02-62251 o scrivendo una email a galleria@campari.com. Per ulteriori informazioni sugli eventi e sulle novità del museo – e dell’aperitivo! – basta esplorare il sito ufficiale a questo link.

Per completare l’itinerario Campari …

Per completare l’itinerario Campari, trovandovi a Sesto San Giovanni, potreste fermarvi per visitare anche la cittadina che ha visto nascere l’azienda.

Sesto è un comune che ha basato la propria storia sull’industria e quindi molte delle sue architetture sono moderne e sono … “industriali”. Si considera un monumento il Carroponte di Sesto San Giovanni, così come le fabbriche che sorgono lungo il corso del Lambro, o il Museo del Design Giovanni Sacchi. Ma a Sesto si possono anche ammirare le ville signorili dei secoli scorsi, tra cui alcune in stile Liberty, come quella che ospita la Galleria Campari.

Milano centro non è lontana da qui. E passeggiando in piazza Duomo si possono ammirare le bellezze che facevano da contorno al primo bar Campari. E il secondo bar dell’azienda, Il Camparino, è ancora lì dentro la Galleria Vittorio Emanuele, a servire aperitivi deliziosi.

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