ll profumo è un abito invisibile

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Una quindicina d’anni fa volli entrare nella bottega dell’Artisan Parfumer a Parigi, nel Marais, perché affascinata da un profumo dal nome singolare Dzing! (scritto proprio con il punto esclamativo) che volevo provare direttamente dal suo ideatore.

La commessa del piccolo e delizioso negozio interamente in legno, dove i flaconi erano esposti allineati come tomi preziosi in una libreria antica, mi invitò a chiudere gli occhi mentre nebulizzava nell’aria la fragranza da me richiesta.

Nel silenzio soggiunse piano al mio orecchio, in un francese per me comprensibile: “C’è odore di segatura bagnata a terra, con sentori di torba. Ecco: entrano i cavalli, la loro presenza è sudata, scalpitante, maestosa. Si mostrano con i loro pennacchi. Intorno si sparge l’aroma di zucchero filato dei bambini. Arrivano i clown e danno avvio allo spettacolo strofinando i piatti metallici: Dzing!”

Incredibile: chi mi stava facendo provare quel profumo lo aveva didascalicamente raccontato nei dettagli, riproducendomi una scena a me familiare, un ricordo d’infanzia, riconducibile anche dinamicamente, persino alla vista e all’udito, a quella essenza.

Brava la commessa a spiegare il suo prodotto? Sicuramente. Ma è altrettanto assodato che i profumi rievocano sensazioni ancestrali e che il ricordo oflattivo è tra le più alte percezioni in grado di riaccendere e coinvolgere i nostri sensi

Un odore gradevole, che ci cattura all’istante, invita ad avvicinarsi, toccare, guardare, assaggiare, sentire. Al pari, un odore ripugnante è totalmente respingente.

Non a caso i preparatori di profumi, i professionisti che si dedicano per mestiere alle combinazioni fra essenze, si chiamano “nasi” per antonomasia: a significare che l’organo sensoriale è il principale protagonista di un’alchimia insita nella nostra stessa vita.

Tutto intorno a noi è odore, aroma, effluvio

Tutto si fa ricordare, ancorché in una dimensione evanescente e volatile eppure perennemente viva e presente.

Al centro estetico Eri Einaudi Perfume & Beauty Space di Cittadella, in provincia di Padova,  vengono sistematicamente proposte delle sessioni di avvicinamento al profumo, per conoscere peculiarità e caratteristiche di questo affascinante mondo. 

Eriana Einaudi ha scelto, da sempre, di dedicarsi alle fragranze di nicchia, linee di profumi esclusive e quasi introvabili. Si tratta di chicche di maison che seleziona a eventi di importanza mondiale come Pitti Fragranze a Firenze e poi introduce nel suo negozio di Arco delle Carrozze, in via Garibaldi a Cittadella. 

Alcuni nasi celebri, come Etienne de Swardt e Naomi Goodsir, Eriana  li conosce personalmente e in virtù di questa amicizia e fidelizzazione ne detiene l’esclusiva.

Partecipare a un incontro di approfondimento ai profumi condotto Eriana Einaudi è entrare nel territorio dei significati e delle emozioni intangibili che affiorano ad occhi chiusi. 

È varcare la soglia di memorie sopite, stimolare curiosità inedite. 

Eriana fa odorare le mouillettes di cartoncino sulle quali vengono spruzzate le diverse fragranze in esame. Esorta a scoprire le note di testa, di cuore e di coda di un profumo: ciò che si palesa nell’immediatezza da ciò che periste. Elencando la scelta dei fiori utilizzati e del loro abbinamento, si apprende una chimica irresistibile.

Ho partecipato recentemente a una sessione olfattiva guidata da Eriana e mi sono appassionata di tuberose. Di una in particolare, nobile e avvolgente, di Cristian Cavagna, che ha impregnato le rouges della camicetta che indossavo.

Eriana Einaudi ama intensamente il suo lavoro e assegna ai profumi un alto valore estetico e simbolico. 

Perché il profumo è l’abito invisibile di una persona: racconta una storia al di là di ciò che essa indossa o possiede. 

E quando il profumo diventa elemento imprescindibile del nostro PH, parte integrante di noi in calibrato mix con il nostro naturale calore, il profumo è in assoluto l’elemento di noi che più si fa ricordare.

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