Sperlinga, la città siciliana emersa dalle rocce

Stampa

Sperlinga e la sua montagna sono una cosa sola, come due anime fuse insieme, e la gente che abita questo luogo incantato proviene, letteralmente, dal Passato. Un itinerario indietro nel tempo.

Sperlinga è emersa dalle rocce. O se volete, molto meno poeticamente, è stata scavata nel corpo roccioso di una montagna. Ma per come si presenta alla vista dei visitatori, sembra proprio che venga fuori dalla montagna stessa, come un “parto” umano ma voluto dalla natura. C’è una magia particolare, in questo angolo di Sicilia, altissimo – in provincia di Enna – che domina vallate verdi, torrenti e pascoli. Una magia legata al Medioevo e all’arte di rendersi inattaccabili costruendo paesi e città in luoghi quasi irraggiungibili.

E Sperlinga era talmente inattaccabile che offrì rifugio ai francesi Angioini in fuga, durante le rivolte dei Vespri Siciliani, nel XIII secolo. La scritta incisa sull’arco di ingresso del castello (  Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavitCiò che piacque ai siciliani, solo Sperlinga lo negò  ) oggi ricorda proprio quel fatto. Fu l’unica città a non aderire alla rivoluzione. Sperlinga non avrebbe mai potuto combattere i francesi, dato che essa stessa discende dai Galli di Francia e ancora oggi ne parla l’originario idioma.

Sperlinga, ovvero la “spelonca” inattaccabile

Situata a 750 metri di altezza, sulla cima di una montagna rocciosa che fa da confine tra la catena dei Nebrodi e quella delle Madonie, la zona è abitata da sempre proprio perché elevata e sicura contro ogni invasione. La fondazione di una vera e propria città però risale all’epoca normanna del Conte Ruggero (secolo XI). Egli eresse una struttura difensiva tutto intorno alle grotte – in latino “spelonche”, da cui il nome Sperlinga – dentro cui vivevano già alcuni contadini ed eremiti.

Le grotte, più di cinquanta nel territorio, erano antichissimi sepolcri delle popolazioni Sicule, abbandonati ormai da secoli. Vennero immediatamente colonizzate dai Normanni prima e dai Longobardi poi, che portarono in questa zona centrale della Sicilia le loro tradizioni e la loro lingua gallo-italica. Grazie all’isolamento, Sperlinga  si mantenne florida e inviolata per molto tempo. Quando nel 1283 scoppiò la rivolta dei Vespri, mentre tutta la Sicilia cacciava i francesi con l’aiuto delle truppe spagnole Aragonesi, Sperlinga resistette da sola per mesi.

Dopo la sconfitta degli Angioini, fu la famiglia spagnola Ventimiglia a ottenere il feudo e lo mantenne per duecento anni, fino a quel felice periodo, il XVI secolo, in cui venne acquisito dai Principi Natoli. Questi lo trasformarono in una stazione commerciale importante, essendo proprio al centro delle vie che collegavano la Sicilia orientale e quella occidentale. Tale ricchezza fece di Sperlinga un luogo prestigioso fino alla lenta decadenza iniziata nel XVIII secolo e terminata dopo l’Unità d’Italia. Oggi la città è rinata grazie al turismo e a nuove idee di agricoltura sostenibile.

Cosa vedere a Sperlinga

Il castello è la prima cosa che si vede, arrivando a Sperlinga. E la prima cosa che tutti vogliono visitare. In realtà non sembra un castello, ma una montagna con mura e merlature. In effetti è fuso totalmente con il corpo del monte e per visitarlo si deve letteralmente scalare la cima. Oggi lo si può fare facilmente grazie alle gradinate scavate nell’arenaria e alle corde alle quali appigliarsi per fare meno fatica.

Il grande corridoio di accesso al castello, scavato anche esso nella roccia, oggi è sede di un delizioso mercatino artigianale che accompagna i turisti fino all’inizio della visita. Alcuni ambienti, ricostruiti o restaurati verso la fine del XX secolo, sono adibiti a sale conferenze o locali per cerimonie e banchetti. Altre parti del castello sono rimaste grezze come erano al tempo dei Longobardi, con colonne di roccia, affacci a strapiombo e ambienti letteralmente strappati alla montagna a mani nude. Salire fino alla terrazza merlata sulla cima, a 70 metri dal piano stradale e quasi 800 metri sul livello del mare, offrirà panorami mozzafiato su buona parte della Sicilia!

Da ammirare, a Sperlinga, anche: il Borgo Rupestre e Contrada Capostrà. Il borgo, detto “a Rutte” (la grotta) consiste in una serie di grotte chiuse da infissi e usate per moltissimi anni come abitazioni. Spopolatesi negli anni Settanta del secolo scorso, oggi alcune stanno tornando in uso: come magazzini, spesso, o come alloggi per turisti e per artisti! Contrada Capostrà è invece una strada di accesso al paese dove il fotoreporter americano Robert Capa scattò la famosa foto del vecchietto siciliano che indica la via al soldato americano. Ammirare quel paesaggio rurale che, dal 1943, non è mai cambiato mette i brividi!

La lingua gallica di Sperlinga

Quello che si parla a Sperlinga non è un “dialetto”. Non è nemmeno parte della Lingua Siciliana, anche se ormai ne è inquinato da diverse terminologie. Un piemontese fa meno fatica di un catanese a capire cosa dice la gente del posto, perché il gallo-italico  che si usa da queste parti suona moltissimo come il piemontese sud-occidentale. O come il ligure.

Anche la cadenza con cui la gente parla ricorda più un accento settentrionale che uno del sud. E le caratteristiche fisiche degli abitanti di Sperlinga tradiscono, ulteriormente, queste origini. Qui sono quasi tutti alti, biondi, con occhi molto chiari. Questa cultura è rimasta inviolata per novecento anni grazie all’isolamento del paese e alla sua lontananza dalle coste, che ha impedito mescolamenti di razze. Conoscere la gente di Sperlinga, quindi, è come conoscere dei libri di storia viventi … e ascoltare i suoni del passato!

Cosa vedere nei dintorni

Sperlinga si trova al centro di un percorso lineare che collega diversi borghi medievali normanni di Sicilia. A mezz’ora di strada verso est si possono ammirare le bellezze storico-architettoniche di Nicosia. Continuando per alcuni chilometri si incontrano Nissoria e Agira, affacciata sul Lago Pozzillo.

Se si va verso ovest, invece, dopo un’ora di strada tutta curve si può visitare Gangi, uno dei Borghi Più Belli d’Italia e le due deliziose Petralie (Petralia Sottana e Petralia Soprana). Un’ora di strada tra le Provinciali 19, 39 e 94  e la Statale 121 vi condurrà da Sperlinga al capoluogo, Enna, per ammirare altri panorami e altri monumenti medievali, come il Castello di Lombardia.

Informazioni utili

Per arrivare a Sperlinga: l’aeroporto più vicino è Fontanarossa di Catania ma si può anche atterrare a Palermo, distante poco più di due ore. La città si raggiunge, da Catania tramite autostrada A19, uscita Mulinello con direzione Leonforte; da Palermo, sempre tramite A19 uscita Tre Monzelli oppure Ponte Cinque Archi; da Messina tramite A20 uscita Santo Stefano di Camastra, direzione Mistretta e Nicosia. Diversi autobus regionali, anche privati, collegano Palermo e Catania direttamente a Sperlinga.

Per visitare il Castello: telefonare per sicurezza al numero 0935 643221, così da evitare disguidi dovuti alle norme anti Covid. Di base il castello apre tutti i giorni, ma potrebbero esserci variazioni. Per entrare si paga 5 Euro (ridotto 3), mentre entrano gratis i minori di 6 anni. Le visite guidate costano 5 Euro in più e si prenotano chiamando il 3488724073.

 

Stampa