Cina, in viaggio verso i santuari UNESCO degli uccelli migratori

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L’UNESCO riconosce il valore delle riserve naturali cinesi che cadono lungo la grande rotta migratoria australo-asiatica. Luoghi magici per ammirare volatili rari, spettacoli naturali unici e città affascinanti

Li guardiamo partire e tornare ogni anno, ma non sappiamo né quanti chilometri percorrono né dove vanno a riposare. Sono gli uccelli migratori, sempre alla ricerca di habitat ideali – possibilmente non freddi – per riprodursi e rinnovare le proprie energie. In Italia siamo abituati a vedere le rondini, ma esistono decine di specie migratorie diverse nel mondo e alcune si muovono in masse enormi.

Quando il viaggio è troppo lungo, sempre in massa così come sono, questi volatili si posano a riposare in determinati luoghi del pianeta. Purtroppo spesso questo diventa terreno fertile per i cacciatori, ma per fortuna ormai  si tende a proteggere questi spettacoli della natura creando i “sanctuaries”, i santuari, le terre intoccabili dove gli uccelli possono fermarsi tranquillamente.

Uno dei più bei santuari per uccelli migratori si trova in Cina e l’UNESCO ha deciso di premiarne la bellezza eleggendolo, nel luglio 2019, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.  Un itinerario per chi ama la natura, il bird-watching e gli animali, certamente, ma anche per chi desidera solamente conoscere un posto nuovo, una Cina diversa. Ecco i santuari del Golfo di Bohai.

La terra degli uccelli sul Golfo di Bohai

Il Golfo di Bohai è la parte più interna del grande Mar Giallo che fa da confine tra Cina e Corea. Una parte del golfo di fatto rientra nel territorio coreano, ma per Pechino conta poco perché se una terra è toccata per la maggior parte dal mare cinese diventa cinese anche essa! Dunque la nazione del Dragone rivendica tutto per sé il golfo, anche perché è lo sbocco a mare più vicino alla capitale ed è ricco di petrolio e gas naturali.

Ma di recente, la Cina si è mossa anche sul fronte opposto a quello degli “affari”. Lungo le sponde del Golfo di Bohai, ogni anno, si fermano a riposare migliaia di uccelli migratori nel loro lunghissimo viaggio dall’Asia all’Australia, e viceversa. Si è deciso di proteggere questo fenomeno di incredibile bellezza costruendo ambienti adatti ai volatili, che sono quindi i benvenuti. Li chiamano “santuari della migrazione” e in effetti qualcosa di sacro c’è.

Se ne trovano diversi, di questi santuari, intorno alle tre grandi baie che formano il Golfo di Bohai – Baia di Bohai, Baia di Laizhou, Baia di Liaodong – e altri sono situati sul versante coreano del golfo, in Korea Bay. Le città che se ne prendono cura e che godono per prime di questo meraviglioso pellegrinaggio annuale sono quelle di Dalian Qinhuangdao, Yangcheng, Yantai e Longkou.

Santuari degli uccelli, le motivazioni UNESCO

L’UNESCO ha accolto con piacere l’impegno della Cina a proteggere questi volatili. Una promessa di cambiamento per un Paese che di norma sembra non avere alcuna attenzione per la natura e l’ambiente. Ma le paludi, i banchi fangosi e i boschi di canne che arricchiscono le coste del Golfo di Bohai sono territorio off-limits per l’uomo.

La motivazione che ha giustificato il riconoscimento è che: “Le aree intercotidali del Mar Giallo / Golfo di Bohai sono di importanza globale per la raccolta di molte specie di uccelli migratori che utilizzano la passerella dell’Asia orientale-australiana. Grandi raduni di uccelli, tra cui alcune delle specie più minacciate del mondo, dipendono dalla costa come scalo per muta, riposo, inverno o nido”

Fanno parte di queste specie protette uccelli meravigliosi come il Pellicano Dalmata (pelicanus crispus), lo Spatola Maschera Nera (platalea minor), i Gabbiani Minori (larus minor), Gabbiani di Saunders (larus saundersi) e decine di altri che ogni anno vengono osservati e studiati nelle loro abitudini. La rotta migratoria tra Asia e Australia è una delle più lunghe e importanti al mondo.

Itinerari sulla via dei santuari per uccelli

La maggior parte dei santuari per gli uccelli migratori si trovano sulla sponda occidentale del Mar Giallo che sale verso il Golfo di Bohai. Sono inclusi tra Shanghai e Qinhuangdao, mentre se ne trovano di meno sul versante coreano. Si possono seguire tre itinerari sulle orme di queste aree protette.

Il primo: da Shanghai a Pechino – in realtà tocca le sponde dei santuari soltanto nella prima parte, da Shanghai fino alla città di Tientsin. Dopo si risale verso Pechino e ci si allontana dalle riserve naturali. Però consente di ammirare lo skyline di Shanghai e i suoi bellissimi giardini, assaggiare la ottima birra della città di Tsingtao, le pagode colorate di Yantai e in mezzo le aree naturali dove riposano gli uccelli.

Il secondo: da Yantai a Qinhuangdao – percorrendo la sponda occidentale del Golfo di Bohai, inclusa la omonima baia. Qui si concentra un’alta quantità di santuari degli uccelli, dunque ammirerete una natura incredibile pur concedendovi qualche distrazione tra i grattacieli ultramoderni di Tientsin e la Muraglia di Pietra di Qinhuangdao.

Il terzo itinerario vi farà fare il giro completo delle tre baie, da Yantai fino ad arrivare a Dalian, una città che mescola abilmente la elegante architettura cinese e quella severa sovietica. Molti sono i palazzi monumentali e i castelli in questa zona, oltre all’entroterra popolato di specie animali stupende.

Come visitare i santuari

Prendete come punto di riferimento l’aeroporto di Shanghai che è il più vicino alle province delle riserve naturali. Una volta atterrati cercate un mezzo per raggiungere Yancheng, la cittadina a metà strada tra la metropoli e Yantai tramite volo nazionale o bus a lunga percorrenza.  Da Yancheng si può già prendere un autobus per raggiungere la più grande delle riserve, Dafeng Natural Reserve.

Atterrando a Pechino, invece, con un’ora di macchina sarete a Tientsin e da lì potrete iniziare l’esplorazione delle riserve della Baia di Bohai. Per raggiungere Yentai da qui occorrono sei ore in macchina, oppure, con volo interno, un’ora e mezza.

La stagione consigliata per visitare le riserve degli uccelli migratori è la fine dell’autunno, proprio durante il passaggio delle grandi ondate dirette in Australia. In alternativa si può tornare in primavera per vedere il percorso inverso.

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