“Civita è una città che muore”, così ebbe a definirla lo scrittore Bonaventura Tecchi all’inizio del XX secolo. E lui vi era nato e cresciuto. Se stava per morire già nel 1900 forse occorre sbrigarsi a prenotare un viaggio a Civita di Bagnoregio, cittadina sospesa letteralmente tra le nuvole. Una città delle fiabe, in cui sognare – anche un futuro che non c’è – è assolutamente d’obbligo.
La città che muore …
Civita di Bagnoregio “muore” perché sorge su un colle di argilla che si consuma naturalmente con gli elementi climatici. Vento e pioggia sgretolano giorno dopo giorno la base che la sostiene e basta guardarsi intorno per capire. Siamo in Lazio, nella Valle dei Calanchi (provincia di Viterbo), formata dallo scorrere dei fiumi Rio Torbido e Rio Chiaro. L’erosione delle acque fluviali, insieme a quella di vento e pioggia, hanno dato forme strane a queste colline di argilla levigata … i calanchi, appunto.
La ricerca per destinazioni 1793 non ha portato a più di tre risultati: 0 risultati, cerco quindi al livello superiore.Civita di Bagnoregio, memoria etrusca
Quando venne fondata, 2500 anni fa, gli Etruschi videro immediatamente le potenzialità del sito. Un colle alto, che dominava due valli, era un punto sicuro e perfetto per insediare un centro urbano. Cinque porte ne definivano i confini – oggi ne resta solo una – e una galleria sotterranea la collegava direttamente al fondovalle. Il Bucaione, questo lunghissimo tunnel, è ancora visibile. Parte dal centro storico ed esce diversi chilometri più a valle.
La necropoli di tombe a camera è una ulteriore conferma del prestigioso passato etrusco. L’abilità di questi popoli aveva fatto sì che fosse messo a punto un sistema di incanalamento delle acque piovane in modo che il loro scorrere non erodesse le pareti del colle. I Romani lo ripresero e lo usarono per diversi secoli ancora. Purtroppo fu abbandonato nel Medioevo.
Civita oggi, cosa vedere
Un viaggio a Civita di Bagnoregio, oggi, significa andare alla scoperta di uno dei monumenti più grandi e belli d’Italia. Solo 11 persone continuano ad abitare in centro, e sono loro i custodi della bellezza di questo borgo. Si accede da un lungo ponte di cemento sostenuto da pilastri e si entra dall’unica porta rimasta, Porta Santa Maria.
Oltre la porta, l’itinerario conduce ad ammirare la chiesa di San Donato (XVI secolo), l’ex Palazzo Vescovile, l’antico Mulino cinquecentesco, Palazzo Alemanni e la Casa di San Bonaventura – uno dei primi discepoli di San Francesco. Da visitare, dentro Palazzo Alemanni, il Museo Geologico. Il borgo in sé, comunque, è tutto un unico museo all’aria aperta. Qui infatti vengono organizzati festival musicali, mostre, eventi teatrali.
E naturalmente non mancano i registi che lo scelgono come set cinematografico. Sono stati girati qui: I Due Colonnelli, Pinocchio (2009), Armata Brancaleone, Amici Miei. Hanno usato Civita di Bagnoregio pure gli autori della telenovela brasiliana Terra Nostra 2 (2006). Vi si è ispirato il disegnatore giapponese Haiyao Miyazaki per la fiaba animata Laputa, il Castello nel Cielo.
Il mistero delle Acque Miracolose
Civita di Bagnoregio è città di miracoli. Famosissima per aver visto il passaggio di San Francesco. Durante il suo soggiorno, il Santo guarì un ragazzo in punto di morte… Giovannino Fidanza, che poi da grande sarebbe divenuto sacerdote, cardinale e biografo dello stesso Francesco. A tutti è oggi noto come San Bonaventura. San Francesco operò questo miracolo nei pressi di una “grotta” – in realtà una antica tomba etrusca.
Da un’altra grotta scaturiscono invece le acque – probabilmente termali – che al tempo degli Etruschi guarirono in modo misterioso Re Desiderio e suo figlio, principe Adelchi. La fonte miracolosa si può visitare ancora oggi, presso Località Uncino, ed è nota come Fonte delle Colonne. Fino al 1695 era segnata da un percorso sacro che partiva dalla chiesina di Santa Maria della Maestà, crollata all’inizio del XVIII secolo.
Il Crocifisso di Civita
Uno dei misteri sacri di Civita di Bagnoregio è legato al suo antico crocifisso ligneo, custodito nella chiesa madre. Nel 1499, durante una terribile epidemia di peste, una donna che pregava ai piedi della statua sentì una voce. Cristo la rassicurava: la peste sarebbe finita prima di arrivare a Civita. E così avvenne.
Da allora, ogni Venerdì Santo, si porta in processione il Crocifisso ricordando non solo la passione e morte di Gesù, ma anche il miracolo della scampata peste che salvò la cittadina. Ancora oggi la gente crede nel potere miracoloso di questa statua che viene implorata in particolari situazioni di pericolo.
Informazioni per raggiungere Civita di Bagnoregio
Il periodo più bello per visitare Civita di Bagnoregio è sicuramente la primavera o l’inizio dell’estate. La cittadina non è ancora presa d’assalto dai turisti e il clima è fresco e gradevole. Se vi capita, però, visitatela anche in inverno. Se la troverete coperta di neve avrete una visione spettacolare.
Per arrivare a Civita: l’aeroporto più vicino è quello di Roma, mentre in treno si scende alle stazioni di Viterbo oppure di Orvieto, per proseguire in autobus. I mezzi su gomma arrivano a Civita di Bagnoregio tramite autostrada A1 per Roma, uscendo a Orvieto e seguendo le indicazioni per la cittadina. Oppure tramite Statale 2 Cassia fino a Montefiascone, poi sulla Statale 71 per 14 km circa, fino alle indicazioni per Bagnoregio.
Per salire a Civita: si arriva a Bagnoregio e si lascia l’auto al parcheggio, a valle. Una navetta – o una lunga serie di ripidi scalini – vi condurrà alla base del ponte di cemento. Attraversando questo entrerete direttamente nel borgo.