Itinerario tra i castelli del Friuli

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Andar per castelli è una delle nuove mode del turismo fai-da-te, quel turismo che piace alle persone curiose e appassionate di viaggi, alla scoperta di località che si contraddistinguono per qualcosa di importante e soprattutto da ricordare

Un turismo fatto da una bella compagnia, una bella macchina e tanta voglia di scoprire le bellezze paesaggistiche di località apparentemente sconosciute.

Per questo primo appuntamento abbiamo scelto due castelli legati da un confine che non c’è più, fra Italia e Slovenia, in un percorso transfrontaliero dove non ci si accorge nemmeno di passare “dall’altra parte”, in strade e paesaggi talmente uguali che si differenziano solo, a un certo punto, dai cartelli stradali delle località.
Ma la zona è la stessa: il Collio in Friuli Venezia Giulia e la Brda in Slovenia, una distesa infinita di colline e filari di viti che producono alcuni dei migliori vini bianchi al mondo. Tanto che, per citarne uno, il Sauvignon di questa zona è stato decretato il migliore del mondo nel concorso internazionale di Bordeaux nel 2014. A produrlo l’azienda Tiare di Vencò, una piccola frazione di Dolegna del Collio, che ha i vigneti addossati proprio al vecchio confine con la Slovenia oggi e con l’ex-Jugoslavia oltre venti anni fa.
Un territorio vocato alla coltivazione dell’uva, che trova in questa zona il microclima ideale per crescere rigogliosa e saporita, grazie anche alla particolare conformazione del terreno. E fra questa distesa di tralci, acini e grappoli si ergono maestosi – a 14 minuti di macchina uno dall’altro – due castelli dalle caratteristiche diverse, ma ben integrati nel territorio.

Il primo è il castello di Spessa, un magnifico Golf & Wine Resort in comune di Capriva del Friuli, che raggiungiamo con una splendida Jaguar XE 300 Sport, assieme a Lucrezia, una compagna di viaggio amante delle auto veloci, delle bellezze paesaggistiche locali e naturalmente del buon vino. Gli ingredienti sono tutti, quindi, per trascorrere un bel pomeriggio soleggiato di una precoce primavera.
La Jaguar XE è davvero un’auto di classe, anzi di gran classe: bellissima, modernissima, comodissima ed efficientissima. Quattro superlativi assoluti che ci stanno proprio tutti. Con i suoi 300 cavalli di razza è davvero un bell’andare sulle sinuose curve delle colline verdeggianti del Collio, dolcemente comandata dai paddles al volante: ogni curva è una pennellata sulla magnifica tela del territorio campestre, cullati confortevolmente su sellerie e sospensioni al top di gamma. Con una potenza ben calibrata, che invita a correre, e con i finestrini aperti a raccogliere la prima brezza primaverile. Spessa si raggiunge in 10 minuti dal casello di Villesse dell’autostrada A4, come pure da Gorizia, mentre da Cormons – il cuore del Collio – si raggiunge con una manciata di accellerate.

Il castello di Spessa è un maniero medievale sorto nel 1559 che dispone di una doppia cantina sotterranea dove vengono maturati e affinati grandi vini rossi di struttura e colore, intensi e vellutati, e bianchi dagli aromi eleganti e armoniosi, della propria azienda vinicola di produzione, il più famoso dei quali è il vino Casanova, un Pinot nero dedicato all’illustre ospite, che soggiornò nel castello nel 1773, elogiando nelle sue memorie “l’eccellente nettare” che gli veniva servito.
Per chi non si vuole far mancare nulla, c’è pure a disposizione un bellissimo campo da golf a 18 buche, che attira ogni anno frotte di appassionati. Ammirato il castello e lo splendido parco, dove troneggia un busto bianco di Giacomo Casanova, e assaporato un calice del vino a lui dedicato, ci saluta la castellana Barbara e ci si inoltra nuovamente in mezzo ai vigneti, davvero ottimamente curati, alla volta di Castel Dobra, che raggiungiamo ben presto senza nemmeno accorgerci di aver oltrepassato l’ex confine.

Una strada in salita e piena di curve che percorriamo con la Jaguar XE 300 Sport mettendo in risalto le numerosi doti della vettura del giaguaro, prima fra tutte un handling davvero notevole. Fila liscia in un silenzio incantato, che ti vien voglia di non lasciarla mai. Ma siamo presto giunti al castello di Dobrovo (in lingua slovena), imponente, maestoso, dalla forma rettangolare con le torri ai quattro angoli. Un maniero un po’ trascurato, ma originale e attraente per l’ampia piazza quadrata in centro. Da una balconara laterale si scorge un bellissimo panorama sulla pianura sottostante, con le prime case in Italia a non più di 4 km.
Il maniero di stile rinascimentale, risalente al diciasettesimo secolo, è stato di proprietà di diversi nobili goriziani e ora comprende un ristorante con vinoteca, un museo, il salone dei Cavalieri con gli stemmi delle famiglie nobiliari del tempo e la sala di Caccia, ornata di pitture murali del 1894.
Il nostro viaggio termina al tramonto, con la certezza di avere trascorso un bel pomeriggio con Lucrezia e con la Jaguar XE 300 Sport nera con sedili trapuntati di giallo, lanciata alla volta di Cividale, non molto distante, a scoprire una sontuosa città longobarda, patrimonio dell’Unesco.

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