Matera: la Città dei Sassi Capitale Europea della Cultura 2019

Matera, seconda città della Basilicata, preserva nel suo centro storico un complesso nucleo urbano formato dai famosi Sassi di Matera: un paesaggio incantato unico al mondo, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e Capitale Europea della Cultura 2019.

La storia dei Sassi di Matera è curiosa e a tratti controversa: i Sassi che fino a fine 1700 costituivano l’esempio perfetto di integrazione tra uomo e ambiente, subiscono nei due secoli successivi un netto degrado segnato da rivolte sanguinose e un brigantaggio diffuso.

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Gli abitanti di quello che era diventato una sorta di ghetto contadino, segnati dalle condizioni sociali sempre più difficili, hanno continuato ad abitare nelle grotte nonostante il progresso: nel 1948 Togliatti, seguito da De Gasperi, definisce Matera “vergogna nazionale” e vengono stanziati dei fondi per la costruzione di nuovi quartieri residenziali che avrebbero costituito la città nuova.

La città vecchia si svuota e i Sassi di Matera diventano il simbolo nazionale dell’arretratezza e del sottosviluppo del meridione: proprio in un periodo in cui una gran parte dei centri storici italiani venivano snaturati e compromessi nei loro equilibri, l’abbandono di questa città si rivela nel tempo un fermo immagine prezioso. Solo negli anni Ottanta ci si rende conto dell’incredibile testimonianza storica, artistica e antropologica celata sotto questi Sassi, e dopo oltre trent’anni di degrado viene finanziato il recupero degli antichi rioni materani, riconosciuti Patrimonio Mondiale UNESCO.

Sono stati il primo sito iscritto dell’Italia meridionale, in quanto “ecosistema urbano straordinario, capace di perpetuare dal più lontano passato preistorico i modi di abitare nelle caverne fino alla modernità”, esempio eccezionale di accurata utilizzazione delle risorse naturali, acqua, suolo, energia.

I Sassi di Matera costituiscono la terza città più antica al mondo, in cui il tempo sembra essersi fermato: il complesso nucleo urbano della città antica, definito a ragione “paesaggio culturale” costituisce uno scenario apparentemente caotico in realtà costruito con molti accorgimenti.

Il Sasso Barisano, fulcro della città vecchia, e il Sasso Caveoso, disposto ad anfiteatro romano con le case-grotte che scendono a gradoni, sono separati al centro dalla Civita, uno sperone roccioso sulla cui sommità si trova la Cattedrale; la quinta naturale di questo scenario è l’altopiano della Murgia, con le sue numerose chiese rupestri lungo i pendii.

Difficile descrivere la sensazione magica che questi Sassi regalano, con i loro colori sub desertici d’estate, e d’inverno di un grigio che si mimetizza con il cielo: il paesaggio ricorda geologicamente l’antica Gerusalemme e la Cappadocia, anche per questo Matera si è rivelata la location ideale per girare molti film, come quel capolavoro di Mel Gibson “The Passion”.

La nomina a Capitale europea della Cultura 2019 ha rappresentato dunque un vero e proprio riscatto: viene premiata la tendenza e lo sforzo a rimuovere le barriere di accesso alla cultura attraverso nuove tecnologie, a rendere sostenibile un modello in cui la produzione culturale è diffusa, orizzontale, partecipata.

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