Monastero di Torba, itinerario dell’Unesco in Lombardia

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Un cammino di fede, una curiosità storica, la voglia di mistero … tante cose vi possono condurre alla scoperta dell’itinerario di Torba, tra antiche pietre longobarde e un monastero che le custodisce.

Lungo la strada che da Milano porta a Varese e ai laghi più belli d’Italia, fermarsi a Gornate Olona sembra quasi un errore! Cosa si potrà mai ammirare in un piccolo centro di 2000 abitanti nel cuore della provincia lombarda? Chiunque, in zona, vi risponderà senza esitare: Torba! Quello di Torba era un comune autonomo caduto in abbandono in epoca fascista. Nel 1928 venne assorbito dal vicino Gornate Inferiore che divenne, così, Gornate Olona.

Torba oggi è una frazione di questo nuovo comune ed è anche il monumento più bello della zona. Un’area archeologica, un castello e un monastero formano l’itinerario turistico che vi consigliamo di seguire, se sceglierete di passare da queste parti. Il più importante è sicuramente il monastero di Torba, ormai divenuto bene del FAI e anche – dal 2011 – patrimonio UNESCO.

Monastero di Torba, memorie longobarde mai sparite

L’attuale rovina del monastero di Torba sorge ai piedi di un colle che già i Romani utilizzarono come avamposto (Castrum) nel IV-V secolo dopo Cristo. Il forte doveva proteggere i territori dall’assalto dei “barbari” ma fu proprio grazie a questi, invece, se oggi è divenuto un monumento importante. Furono infatti i Goti, i Bizantini e infine i Longobardi a sfruttarne le potenzialità completandone la struttura anche con edifici religiosi.

Nei lunghi secoli di pace a cavallo dell’anno Mille, noti come la “pax longobarda“, il forte venne trasformato in un monastero. Allora i monasteri non erano solo luoghi di culto ma anche centri che accoglievano, rifocillavano e istruivano la popolazione. Fin dalla sua istituzione, nel secolo VIII, il monastero di Torba fu abitato dalle monache Benedettine. Vi sarebbero rimaste fino al 1800, quando l’ordine venne soppresso.

Proprio la presenza delle religiose salvò il posto dalla distruzione causata da lunghe lotte di potere tra nobili famiglie milanesi (Della Torre e Visconti) . Quando Ottone Visconti ordinò la distruzione del sito volle che fossero salvati gli edifici legati al monastero, che così sono giunti a noi. Dal 1976 il sito fa parte del FAI, Fondo Ambiente Italiano, grazie alla donazione della imprenditrice Mozzoni Crespi che lo aveva comperato dalla cooperativa agricola che lo gestì nel Novecento.

Cosa vedere al Monastero di Torba

Il monastero è formato da una struttura con piano terra e primo piano, di architettura semplice, tipica delle cascine lombarde. Il corpo principale però ingloba parte dell’antico castello originario – per la precisione la Torre Romana – e mostra ancora in ottimo stato gli archi del loggiato che servivano a ospitare i pellegrini e la sala del refettorio.

La parte più bella è proprio l’interno della Torre. Il piano terra è ricco di affreschi e serviva come sepolcro delle monache. Fu in seguito restaurato e tramutato in cappella interna. Salendo al primo piano, si arriva nell’oratorio. Qui gli affreschi sono ancora più vivaci e rappresentano Cristo Pantokrator, i Santi e le Sante a cui erano devote le monache, e le monache stesse.

Completa la struttura la chiesa di Santa Maria Foris Portas, costruita con pietre semplici di fiume e con calce. Gli interni furono riccamente decorati, ma oggi si vede molto poco degli originali affreschi. Le opere d’arte non dovrebbero essere più tardive del XIII secolo.

Il mistero della Raffa

Una leggenda legata al monastero narra di un brigante che, durante il Medioevo, terrorizzava la gente del posto. Nessuno riusciva a fermarlo, tanti avevano paura. Fu una ragazza coraggiosa a risolvere la situazione. “La Raffa” fece innamorare il brigante di sé, lo condusse in cima alla Torre del monastero e si gettò nel vuoto insieme a lui. Nonostante il salto da notevole altezza, la giovane donna non morì.

Grata al proprio santo protettore, San Raffaele Arcangelo, la Raffa volle che fosse edificata una cappella a San Raffaele proprio ai piedi della torre. Di questa chiesa però al monastero di Torba non vi è traccia! Alcuni studi su mappe antiche confermano invece una “cappella San Raffaele” nel sito in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria. Dunque forse in realtà la cappella è la chiesina stessa, che era in origine dedicata all’arcangelo.

Il sito archeologico

Il Monastero di Torba fa parte del sito archeologico Castelseprio, un vero e proprio esempio di vita contadina in epoca longobarda. La sua importanza – per Gornate Olona e per la Lombardia intera – è immensa! Si entra attraverso quel che rimane delle mura distrutte dai Visconti e si passeggia tra i resti delle Case del Borgo.

Si possono ancora ammirare i ruderi della notevole Basilica di San Giovanni Evangelista, un edificio del V secolo a tre navate, ricco di colonne e portali. Oggi restano in piedi solo parte della facciata, il basamento del campanile, il cimitero e le vasche battesimali. Altri ruderi sono quelli della chiesa di San Paolo, edificio romanico a pianta esagonale.

Restaurato e visitabile, invece, il piccolo Convento San Giovanni – usato per anni come cascina – che oggi al suo interno ospita l’Antiquarium del sito: oggetti di uso quotidiano, opere d’arte e di muratura sono qui in mostra per i turisti.

Monastero di Torba, informazioni utili

Il Monastero di Torba fa parte del percorso sacro della Via Francisca del Lucomagno, dunque è una meta molto interessante da visitare e si può raggiungere anche a piedi.

Per i meno avventurosi, l’aeroporto più conveniente è quello di Milano-Linate.

L’area metropolitana milanese è ben collegata al sito, grazie all’autostrada A8 che seguirete fino all’uscita Solbiate Arno. Seguite quindi le indicazioni per Carnago e Castelseprio, che conducono direttamente a Gornate oppure – poco prima – al sito archeologico. Oltre all’autostrada si può arrivare tramite le Strade Provinciali per Gazzada, Schianno, Morazzone, Carnago, Castelseprio, specie per chi arriva da Varese.

L’accesso al sito archeologico di Castelseprio è gratuito ma si paga per entrare al Monastero. Per informazioni su prezzi e orari, è bene contattare la pagina apposita del FAI.

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