Palma di Montechiaro, il monastero dei misteri in Sicilia

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Ci sono misteri affascinanti a Palma di Montechiaro, non lontano da Agrigento e dai veri luoghi di Pirandello, di Camilleri e di Tomasi di Lampedusa. Una vacanza qui riempie di emozioni speciali.

Da qualche parte c’è una lettera scritta dal demonio in persona, qui, nel monastero di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. E se questa cosa vi fa venire i brividi sappiate che non è l’unico mistero che aleggia intorno a questo edificio e questo paese. E dire che a vederlo non si direbbe. Palma non sembra affatto un luogo con tante cose da scoprire, nonostante si intuisca la sua storia antica. Pur essendo abitata fin dal tempo dei Sicani e avendo avuto un ruolo strategico importante in epoca Romana, Palma comincia a formarsi come centro abitato soltanto nel XIV secolo, dopo la costruzione del Castello Chiaramontano, proprio sul corso del fiume che dà il nome alla città.

Lentamente diventa un feudo importante, situato sulla via costiera meridionale che collegava Siracusa, Ragusa e Agrigento. Nel 1637, con l’acquisizione della proprietà da parte della famiglia Tomasi – antenati del più famoso Giuseppe Tomasi di Lampedusa che nel 1958 scrisse “Il Gattopardo” – la città tocca il punto più alto del benessere. Grazie alla “santità” dei nobili Tomasi, inizia la costruzione di chiese, conventi e opere pie che in breve resero Palma di Montechiaro una “Nuova Gerusalemme”.

Palma di Montechiaro e il suo monastero

Il Monastero delle Benedettine di Palma di Montechiaro fu costruito tra il 1653 e il 1659 per volontà del “Duca Santo”, Giulio Tomasi. Questi, dopo un felice matrimonio e sei figli, si sentì chiamato alla vita da eremita e vendette tutto per andare a vivere in povertà. Anche la moglie e due figlie decisero di consacrarsi entrando nel convento. Il Duca donò alle Benedettine addirittura il proprio palazzo che fu quindi inglobato dal convento.

L’edificio è semplice e bianco, all’esterno. Mentre il cortile interno è abbellito da sculture e stucchi barocchi. Il giardino del monastero è ricco di piante medicinali e di alberi. Ad oggi è uno dei pochi luoghi di clausura d’Italia dove l’ingresso è ancora severamente proibito salvo richiesta di permessi speciali, che non sempre vengono concessi. La figura di spicco del monastero di Palma di Montechiaro è Isabella Tomasi, Suor Maria Crocifissa, vissuta nel XVII secolo e considerata “venerabile”, che è sepolta nel cimitero interno.

La lettera del Diavolo

Nell’estate del 1676, Suor Maria Crocifissa  – che aveva già avuto visioni mistiche importanti – ricevette una lettera scritta in una lingua incomprensibile che a quanto pare recava un messaggio del demonio! Secondo la leggenda il Diavolo in persona chiese alla donna di firmare la lettera, per sottometterla al suo volere. Ma lei vi scrisse solo la parola “ohimé!” ingannandolo e costringendolo ad andar via.

Sia Giuseppe Tomasi di Lampedusa che Andrea Camilleri hanno indagato sulla famosa lettera, ancora conservata presso il monastero. In effetti è scritta in una lingua che non corrisponde a nessun idioma – antico o moderno – conosciuto. Alcuni termini richiamano l’arabo o il greco, ma nessuno è mai riuscito a tradurre nemmeno questi. Che lingua è? Chi l’ha scritta? E soprattutto come fece a recapitarla, dato che il convento era chiuso a qualsiasi visita esterna? Un mistero talmente inquietante che Tomasi di Lampedusa uscì sconvolto dall’esperienza!

Gli altri misteri di Palma di Montechiaro

I misteri di questa cittadina non sono finiti qui. Nel XVII secolo visse a Palma anche un importante scienziato naturalista, Giovambattista Hodierna. Seppellito nel cimitero locale nel 1660, qualche tempo dopo se ne riesumò il corpo per trasferirlo. Sia la tomba che la bara erano intatte ma dentro lo scheletro presentava il cranio sfondato, senza che si sappia come ciò sia successo!

E ancora: cosa nasconde di tanto magico il palazzo Micciché? Secondo la leggenda, se si gratta via un briciolo della sua facciata si diventa uomini o donne molto ricchi! Ma bisogna farlo  solo alla vigilia del giorno dell’Ascensione, a mezzanotte, e ben nascosti da grandi cappucci! Mentre si gratta il muro bisogna ripetere la formula “Micciché, Micciché, tu riccu e ju midé” (Micciché, tu sei ricco e lo sono anche io).

Attenti a non aprire le botole che si vedono nel pavimento del santuario in rovina, in cima al Colle Calvario. Quel santuario fu usato come lazzaretto durante la peste del XVI secolo. Nei suoi sotterranei si trovano ancora i tanti morti di peste di allora … pare anche ben conservati! E chissà che non si sia conservato bene anche il bacillo della malattia?

Itinerari turistici a Palma di Montechiaro

Se siete coraggiosi potete affrontare sicuramente questo macabro itinerario del mistero, ma se preferite invece evitare, ecco cos’altro si può ammirare a Palma di Montechiaro e dintorni. Il Palazzo Ducale, cosiddetto “nuovo”, fu costruito nel Settecento dopo che quello antico venne assorbito dal convento. Da ammirare i suoi spettacolari soffitti lignei dipinti! Molto bello il settecentesco municipio, ricco esempio di barocco siciliano.

È barocca anche la chiesa madre della Madonna del Rosario, situata in cima a una artistica scalinata e con le due torri campanarie che svettano bianchissime sul panorama della città. Gli interni sono impreziositi da splendidi dipinti d’epoca (XVII secolo).

Fuori città si possono ammirare: le rovine del Castello Chiaramontano (o di Montechiaro) del XIV secolo e diversi siti archeologici tra cui il più importante è Monte Grande con importanti ritrovamenti dell’età del bronzo. A meno di 40 minuti da Palma di Montechiaro si può visitare la spettacolare Scala dei Turchi, sulla costa di Realmonte. Anche Licata è vicina, così come Agrigento e la sua Valle dei Templi. Palma di Montechiaro si trova sulla cosiddetta Via degli Scrittori, un percorso che collega i luoghi del Gattopardo, di Pirandello e di Montalbano dell’agrigentino.

Informazioni utili

Per arrivare a Palma di Montechiaro la soluzione migliore è atterrare all’aeroporto di Catania (160 km) e affittare un’auto a noleggio. Si arriva tramite autostrada A19 Catania-Palermo, uscendo a Enna e proseguendo poi sulle statali 117, 122 e 626. In alternativa si arriva in autobus ad Agrigento e da lì con il servizio pulman locale fino a Palma.

Per alloggiare in zona, i suggerimenti ideali si trovano sul sito del Comune di Palma di Montechiaro.

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