Aquileia, itinerario tra archeologia e fede nel Friuli

Stampa

Aquileia è i suoi mosaici, famosi e amati in tutto il mondo. Ma non solo. Questo piccolo grande paese è un testimone di fede e d’arte che da solo racconta una intera Italia.

Aquileia è il più importante “paesino” d’Italia. Paesino perchè conta appena 3200 abitanti, importante perché conserva – molto ben curati – dei favolosi monumenti antichi. E perché, essendo sulla via da e per la località turistica friulana di Grado, diventa quasi tappa obbligata e dunque attira moltissima gente. La curiosità che spinge ad Aquileia è legata alla sua storia millenaria, che sarebbe impossibile raccontare tutta in un solo articolo. Qualche informazione tuttavia aiuterà a introdurre la visita a questa splendida realtà.

Aquileia ha una data di nascita precisa, l’anno 181 avanti Cristo. Crebbe come stazione di passaggio ma soprattutto come fortezza militare Romana con lo scopo di sbarrare la via agli invasori da nord. Giulio Cesare vi soggiornò più volte, pregio che attirò l’interesse su questo avamposto che divenne ben presto una vera città Romana. Afflitta dalla Peste Antonina che, a intervalli di tempo, perdurò vent’anni, la città sembrava destinata all’abbandono ma si riprese grazie all’avvento del Cristianesimo che – proprio a fine pandemia – qui vide una notevole quantità di conversioni.

Affidata nel 319 al Vescovo Teodoro, Aquileia divenne in breve tempo un grande centro di cultura e adorazione cristiana e ancora oggi sono evidenti i segni di quel periodo. Dopo la conquista Longobarda, la città seppe convivere con la nuova cultura adattandola a quella Romano-Bizantina già esistente. Il Medioevo fu un periodo di grande espansione, di successi e di notevole importanza a livello storico, religioso e culturale. Non c’è da stupirsi se ancora oggi, divenuta ormai un piccolo comune di campagna, Aquileia ispira stupore e rispetto in chi viene a visitarla.

Aquileia, la Basilica capitale della fede

Capitale della primissima fede cristiana, forse più di Roma, Aquileia porta ancora oggi i segni visibili di quel tempo. Il monumento che più rappresenta la storia cristiana della città è la Basilica di Maria Assunta.

Edificata per la prima volta nel IV secolo, fu ricostruita e ampliata tra il 1020 e il 1031 con la forma tipica “a capanna” e un altissimo (73 metri) campanile distaccato dal corpo della chiesa. Su questo modello si costruiranno poi tutte le altre chiese del Nord-Est tra cui la stessa San Marco, a Venezia. Nel tempo le sovrapposizioni gotiche e rinascimentali hanno dato vita alla forma basilicale che si ammira ancora oggi. La facciata è a doppio spiovente, con una grande bifora frontale e un portico. L’interno è a croce latina e a tre navate.

La navata centrale della chiesa, tuttavia, oggi non è interamente utilizzabile per le celebrazioni  perchè ospita uno dei più grandi e strabilianti insieme di mosaici antichi d’Italia. Risale al IV secolo, dunque alla prima chiesa qui edificata, e si è conservato praticamente intatto con le immagini che illustrano storie del Vecchio Testamento, simbologie allegoriche (il Pesce, il Grano, la Tartaruga) legate a questa religione ma anche oggetti e volti di persone illustri del tempo. Il tutto culmina in un bellissimo presbiterio decorato da affreschi dedicati alla Madonna Assunta – patrona della chiesa – e dalla monumentale Tribuna Magna.

Altre meraviglie custodite nella Basilica di Aquileia sono: la Cripta degli Scavi, dove si possono ammirare i resti della chiesa originaria; la Cripta degli Affreschi, una spettacolare “cappella Sistina” in miniatura decorata con storie del Vangelo tra i secoli XI e XII. Nelle cripte fanno bella mostra altri incredibili mosaici antichi.

Intorno alla Basilica di Aquileia

Il complesso unico della Basilica si completa con l’esterno. A poca distanza dall’ingresso sorge la Chiesa dei Pagani, piccolo tempio in cui pregavano i convertiti non ancora battezzati. Si può ammirare quindi il Battistero, che ha perduto la cupola in un crollo del 1790 e che, sempre nel XVIII secolo, fu restaurato, specie nell’area della vasca centrale. Il Cimitero degli Eroi fu aggiunto nel 1918 e vi riposano alcuni soldati senza nome morti durante la I Guerra Mondiale. Tra queste tombe è stato scelto il corpo eletto a simbolo del Milite Ignoto e portato all’Altare della Patria di Roma.

Intorno alla Basilica si sviluppa l’abitato di Aquileia moderna, lungo strade – come la Via Giulia, la Via Annia, la Via Sacra – che però richiamano fedelmente quelle costruite dai Romani. E conducono verso  altre meraviglie antiche, come ad esempio, la Città Romana e il Porto Fluviale.

Situate a nord-ovest rispetto al centro storico, la Città Romana e il Porto Fluviale formano l’Area Archeologica di Aquileia. La zona, che oggi si trova lontana alcuni chilometri dal fiume Natissa grazie al quale un tempo si collegava al mare, è un bellissimo parco con pineta da dove emergono gli antichi attracchi fluviali, le fondamenta dei magazzini e delle botteghe, le case. Risalendo il percorso si attraversa anche il grandioso Foro – 115×57 metri – di cui restano visibili alcune colonne e le rovine delle fondamenta di qualche edificio. Nelle vicinanze, il Sepolcreto Romano. Molti dei ritrovamenti emersi da questi scavi si ammirano oggi nel Museo Archeologico Nazionale e nel Museo Paleocristiano di Santa Maria, ad Aquileia.

Verso il mare

Il territorio comunale di Aquileia si spinge fino alla costa, seguendo il corso del vicino fiume Natissa. Davanti alla spiaggia, dove la leggenda vuole che sbarcò San Marco in persona per evangelizzare il nord Italia, si trova oggi una bellissima pineta intitolata proprio al Santo.

Pineta San Marco non è soltanto un bosco, cresciuto liberamente sulle dune nate dalle bonifiche della vicina laguna, ma è anche un pezzo notevole di storia vivente. Questi pini, e altre piante qui ospitate, sono infatti discendenti diretti delle antichissime pinete che un tempo qui coprivano tutta la regione e che i Romani utilizzarono per le loro navi! All’ombra dei pini trovano rifugio anche ginepro, caprifoglio, roverella, clematide, viburno.

La Pineta San Marco fronteggia l’isola di Grado che da qui, tramite i collegamenti stradali con i ponti, dista soltanto 11 minuti d’auto.

Le leggende di Aquileia

Molte leggende si intrecciano alla storia di Aquileia, e sono talmente vive nella memoria della gente che si narrano come fossero fatti veri accaduti poco tempo fa! Risalgono addirittura agli assedi ad opera di Attila, capo degli Unni. Una narra che dopo aver soffocato Aquileia in un assedio lunghissimo, stanco e devastato, il condottiero barbaro stava per ritirarsi sconfitto. Fu il volo di una cicogna, che lasciò il centro cittadino con i piccoli, a convincerlo che il popolo era allo stremo, se perfino gli uccelli andavano via. E di fatto attaccò e conquistò il centro.

Dopo aver conquistato Aquileia, Attila la incendiò. Quindi ordinò ai suoi soldati di portar via le ceneri e le rovine, raccogliendole con gli elmi, per depositarle in un luogo lontano. I soldati raccolsero tanta di quella terra bruciata che formarono un colle. Il colle sul quale oggi sorge Udine.

Prima dell’attacco finale di Attila, alcuni ricchi aquileiani erano riusciti a nascondere i propri tesori in un pozzo segreto che, però, dopo l’incendio non riuscirono più a identificare. La gente del posto è convinta che sia ancora nei dintorni, da qualche parte. Infatti, nei contratti di vendita dei terreni si include ancora oggi la clausola: cedo tutto ma non il pozzo d’oro! – come dire, se per caso trovassi per caso qualche antico tesoro sulla tua nuova proprietà ricorda che appartiene a chi te l’ha venduta!

Informazioni utili

Per arrivare ad Aquileia: in macchina, attraverso le autostrade A4 (uscita Palmanova) oppure A23, che si connettono direttamente alla Strada Regionale 352 in direzione Grado. In treno si scende alla stazione di Cervignano. L’aeroporto più vicino (12 km) è Trieste-Ronchi dei Legionari; il Marco Polo di Venezia dista invece 120 km.

Per visitare la Basilica: esistono diverse combinazioni di tour e di biglietti ad essi associati, che si possono facilmente consultare sul sito della Basilica.

Stampa