Visitare il borgo di Calascibetta e la fortezza delle grotte in Sicilia

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La prossima volta che vi trovate in Sicilia, a Enna, fate una piccola deviazione e andate a visitare Calascibetta, new entry dei Borghi Più Belli d’Italia. Un misto di antico e moderno da scoprire, tra chiese e grotte primitive.

La gente di solito non va a Calascibetta. Perchè dovrebbe? A pochi chilometri da qui, proprio sull’altro versante della vallata, c’è Enna, capoluogo di provincia, antica fortezza longobarda, ricca di fascino e di storia. Da Calascibetta si “passa”, e nemmeno con troppa attenzione. Un peccato, però. Perchè Calascibetta può davvero stupire.

Provate a fermarvi nella sua piazza principale, a spegnere il motore della macchina e a salire a piedi fino alla parte alta del paese. Vedrete tantissime cose interessanti. E quando vi sarete saziati dell’arte e della bellezza di Calascibetta, rimontate in macchina e andate a cercare lo “Hisn al-Giran“, il castello di pietra, la “fortezza delle grotte”. Un itinerario indietro nel tempo che merita.

Calascibetta, anima araba

La zona di Calascibetta era abitata da tempo immemore, come testimonia la vicina Necropoli di Realmese con le tombe a grotticella tipiche dell’era del Ferro (IX-VI secolo avanti Cristo). Ma non si era mai creato un centro urbano prima del IX secolo dopo Cristo, tempo della conquista musulmana di Sicilia. Gli eserciti arabi assediavano una delle ultime roccaforti bizantine della Sicilia centrale, Enna, e per farlo avevano posto il proprio campo militare sulla cima del monte che vi stava di fronte. Qalat al-Shebet, il “castello sulla cima”, divenne nei secoli successivi il nucleo di una nuova città.

Furono i Normanni, infatti, nell’XI secolo, a riprendere possesso dei territori arabi e a fondare paesi e città laddove loro avevano lasciato fortezze e campi militari. Qalat al-Shebet divenne quindi Calascibetta. Fin dalla sua fondazione, la città ha dovuto fare i conti con la ingombrante “sorella maggiore”, Enna. I due centri urbani, arroccati su due colli che si fronteggiano, si amano e si odiano da mille anni. Eppure sono entrambi bellissimi.

Di recente, nel 2021, Calascibetta è entrata a far parte della Associazione I Borghi Più Belli d’Italia, promuovendo a livello nazionale la propria immagine turistica. Andiamo a capire perchè.

Cosa vedere a Calascibetta

La prima cosa che vi colpirà, parcheggiando nel cuore di Calascibetta, sarà il mix di stili – antico e moderno – della piazza principale. Qui, una moderna scultura che ospita al suo interno una fontana guarda la chiesa Madonna del Carmelo, edificio settecentesco di origini molto più antiche, oggi affiancato da un campanile del XX secolo. Tutto intorno, palazzi antichi e moderni si mescolano quasi senza regole.

Camminando per il paese scoprirete che le chiese di Calascibetta sono decine, ma moltissime sono chiuse. Potrete visitare però la suddetta chiesa del Carmelo, la chiesa di San Francesco di Assisi (XVI secolo) associata al convento dei cappuccini, che conserva pregiate tele del Cinquecento e del Seicento, e la chiesa madre.

La chiesa madre di San Pietro e Santa Maria Maggiore, detta anche Regia Cappella Palatina, fu costruita nella parte più alta del paese a metà XIV secolo. Fu voluta dal re spagnolo Pietro II d’Aragona, da cui la nomina  a regia cappella. Si eleva sulle antiche fondamenta del castello normanno detto “di Marco” che si possono ammirare ancora tramite il pavimento trasparente vicino la sacrestia. Le pitture interne sono dei secoli XVII e XVIII mentre le sculture sono di scuola del Gagini.

Camminando per le vie del centro, ammirerete sicuramente: la Torre Normanna, situata nella panoramica Piazza San Pietro, la Via Carcere – segnalata da una targa che ricorda la visita di Goethe – dove si ammira l’ex prigione scavata nella roccia. Salendo su verso il Quartiere Ebraico (abitato fino al 1500 da famiglie giudee) si potranno notare deliziosi cortili e scalinate di epoca medievale.

Hisn al-Giran, la fortezza delle grotte

A pochi chilometri da Calascibetta sorge il cosiddetto “Villaggio Bizantino di contrada Canalotto”. Oggi è noto col più romantico nome di Hisn al-Giran, la “fortezza delle grotte”, dal nome della associazione culturale che da qualche anno lo gestisce e lo illustra ai turisti. Il lavoro compiuto dai ragazzi di questa associazione è notevole. Non soltanto fanno da guida lungo il percorso storico ma mantengono puliti i sentieri, proteggono flora e fauna e sorvegliano il luogo con cura e attenzione.

Grazie a loro, Calascibetta e la Sicilia intera possono ancora ammirare le antiche abitazioni e le tombe bizantine del villaggio scavato nella pietra. Un villaggio che, dopo la conquista musulmana, venne utilizzato anche dagli arabi che si stanziarono in zona.

Il villaggio, noto ai pastori da tempo, venne riscoperto dagli archeologi negli anni Novanta del secolo scorso. Viene identificato con la “fortezza delle grotte” che si nomina in alcune cronache arabe, anche se non si ha la totale certezza che il luogo sia proprio questo. Certamente gli studi eseguiti sui reperti e nelle grotte hanno dimostrato la sua origine bizantina, ma hanno anche ritrovato alcuni elementi che richiamano insediamenti preistorici.

Il percorso nella fortezza delle grotte

Le grotte si raggiungono da un sentiero che si arrampica pian piano in cima alla collina rocciosa su cui queste sono scavate. Si possono osservare alcuni piccoli ambienti che si collegano tra loro formando le  “tombe a grappolo”, di epoca molto antica, e altre camere più grandi con le tipiche “columbaria” romane – le tombe a loculo.

Gli ambienti delle “tombe a camera” tipiche del periodo bizantino furono riadattati, dalla conquista araba in poi, a vere e proprie abitazioni. I depositori dove un tempo stavano i morti divennero mobili o mangiatoie, dato che al tempo uomini e animali condividevano gli spazi.

Passeggiando tra un ambiente e l’altro del villaggio, si può ammirare anche la natura del posto: carrubbi, cipressi, pini e orchidee fanno da corona agli ambienti di animali come lucertole, ramarri, gechi, cinghiali, scriccioli e poiane. Il territorio è attraversato da piccoli corsi d’acqua, alcuni provenienti da una sorgente d’acqua sulfurea.

Informazioni per visitare il Villaggio Hisn al-Giran

Per informazioni sulle visite guidate e sull’accesso all’area del Villaggio Hisn al-Giran, potete compilare il modulo Contatti sul sito dell’associazione oppure chiamare direttamente: 3283748553; contatto via email: info@villaggiobizantino.it .

Per arrivare a Calascibetta: da Catania, tramite l’autostrada A19 per Palermo si può uscire a Enna (la soluzione più conveniente a meno di 3 km) oppure a Mulinello, proseguendo per altri 11 km. Non sempre è possibile riprendere l’autostrada per Catania da Enna, per cui in quel caso al ritorno dovrete per forza arrivare a Mulinello, vicino Leonforte. L’aeroporto più vicino è naturalmente quello di Catania.

Alloggi nei pressi di Calascibetta: il consiglio è di puntare sui B&B e sugli agriturismi, data la zona tipicamente agricola. Vi segnaliamo, tra tanti i B&B: Da Pietro, Sicily Center Rooms, La Douce Maison e gli agriturismi Il Mandorleto e Baglio Policarini. Si può comunque alloggiare anche nella vicinissima Enna, più fornita in termini di hotel e B&B.

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