Il Telescopio di Galileo. Lo strumento che ha cambiato il mondo

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Un appassionante viaggio nel tempo e nell’universo in una mostra che si tiene a Roma presso Palazzo Incontro fino al 6 gennaio 2010

Il Telescopio di Galileo. Lo strumento che ha cambiato il mondo è il titolo della mostra che accompagna il visitatore in un viaggio coinvolgente lungo un percorso che permette di percepire la forte integrazione di scienza, cultura e religione tra Cinquecento e Seicento.
Grazie a Galileo Galilei, tra l’estate e l’autunno del 1609 l’universo assume d’un tratto una fisionomia completamente nuova.
Il cannocchiale consente infatti a Galileo di confermare le rivoluzionarie teorie di Nicolò Copernico: la Terra non è immobile al centro dell’universo, ma ruota su se stessa e orbita intorno al Sole.
È l’annuncio di un’astronomia e di una visione del mondo destinate a provocare sconvolgimenti straordinari.
A 400 anni di distanza da quei giorni epocali, l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze ha dedicato al telescopio di Galileo e alle osservazioni celesti dello scienziato toscano, una mostra spettacolare, presentata per la prima volta a Firenze (4 marzo 2008 – 31 gennaio 2009) e successivamente allestita a Pechino, Filadelfia e Stoccolma con grande successo.
L’esposizione è proposta al pubblico romano dal 30 ottobre 2009 al 6 gennaio 2010 nella sede di Palazzo Incontro, per iniziativa della Provincia di Roma, organizzata in collaborazione con Civita e Opera Laboratori Fiorentini.
La mostra, allestita a Roma presso Palazzo Incontro, è curata dallo storico dell’astronomia Giorgio Strano – con la collaborazione di un comitato scientifico formato da Filippo Camerota, Paolo Del Santo, Sven Dupré, Paolo Galluzzi, Pier Andrea Mandò, Giuseppe Molesini, Francesco Palla, Albert Van Helden e Marco Verità – ed è divisa in sei sezioni, che costituiscono un appassionante viaggio nel tempo e nell’universo, lungo un percorso che ci permette di percepire la forte integrazione di scienza, cultura e religione tra Cinquecento e Seicento.

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