Il museo dei carillon a Villa Lattes: in Veneto la collezione più bella d’Europa

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Un mondo magico fatto di scatole musicali e pupazzi danzanti, questo è il Museo del Carillon che abbellisce la già bellissima Villa Lattes di Istrana, uno degli itinerari imperdibili del Veneto. Una collezione sorprendente di scatole e automi danzanti, con meccanismi di rara fattura e bellezza. Un museo unico in Europa.

Le ville venete sono famose nel mondo per la loro bellezza e architettura, imitate e esaltate in diverse parti del mondo. I turisti arrivano con lo scopo di ammirarne le facciate, i giardini, i cortili eleganti. Alcune di esse sono ancora abitate e a volte visitabili. Altre sono diventate dei veri e propri musei.  Uno di questi è Villa Lattes, che merita davvero una visita non solo per le bellezze architettoniche, ma anche perché qui è ospitato un originalissimo Museo del Carillon.

Alla scoperta di Villa Lattes

Villa Lattes è datata 1715, anno in cui i lavori condotti dall’architetto Giorgio Massari vennero finalmente terminati. Il committente, il nobile Paolo Tamagnino, poté goderne per pochi anni ma alla sua morte la lasciò in dono proprio al suo geniale architetto. Nel corso del XVIII secolo, quindi, passò di famiglia nobile in famiglia nobile giungendo nelle mani di Abramo Lattes nel 1842.

Fu quest’ultima famiglia proprietaria a rinnovare e ampliare alcuni settori della villa e del suo meraviglioso giardino, aggiungendo fontane, vasche, statue e piante. L’ultimo erede, l’avvocato Bruno Lattes, era anche un appassionato di viaggi. Dal 1932 fino alla sua morte visitò numerosi paesi stranieri, portando a casa souvenir di ogni tipo. La maggior parte, però, erano carillon. Sia in forma di tradizionali scatolette musicali sia con le nuove fattezze di “piccole figure umane”, i carillon di Lattes si accumularono al punto che – dopo di lui – l’intera collezione divenne una mostra permanente all’interno della villa.

Oggi Villa Lattes è visitabile grazie al museo dei carillon, ma anche grazie agli itinerari progettati su misura che portano il turista a scoprire:

le due barchesse – i loggiati laterali che si allungano fino a fondersi con i muri di cinta del parco, di forma ovale, che ha il suo culmine proprio in queste strutture;

l’oratorio – posto nella parte ovest del giardino, di forma ottagonale e con dentro opere di affresco e di pittura risalenti anche al XVII secolo;

il parco – elegante e decorato nella parte frontale, si allunga fino a una zona adibita a campi coltivati tra vigneti e frutteti;

il grande salone – è la parte centrale della villa, e copre tutta la grandezza della struttura includendo anche un secondo e terzo piano.

Carillon e “automi”

La collezione di carillon iniziata dall’avvocato Lattesper ricordare solo la parte gioiosa della vita e non quella dolorosa” venne integrata e riorganizzata negli anni Cinquanta con l’arrivo di esperti in materia. Alfred Chapuis e Enrico Morpurgo riuscirono a rilanciare questa esposizione “di elementi unici” a livello internazionale.

Il Museo del Carillon oggi mostra alcune pregevoli opere meccaniche di finissimo ingegno, tra le quali alcune veramente antiche, che si possono definire “la storia” delle scatole musicali meccanizzate. Il Tamburino, per esempio, che risale a metà Settecento e indossa una divisa dell’esercito veneziano del tempo, è ancora oggi funzionante. Il Marchese Fumatore ha una sigaretta che “fuma” davvero grazie a un meccanismo di aspirazione. La Scimmia Suonatrice di Banjo è affascinante e inquietante allo stesso tempo.

Alcuni classici sono per esempio le bambole danzanti, il pagliaccio, gli uccellini sul ramo. Ma si distinguono nella collezione anche opere più complesse come Il Telefono Bar, un apparecchio telefonico che una volta azionato suona e si apre mostrando le bottiglie all’interno. O come La Nave in Tempesta, che si muove superando cavalloni e scogli. O come La Torre dell’Orologio che consente di vedere il meccanismo del carillon mentre si attiva. La Bambola Che Cammina è invece un automa che una volta attivato muove ventaglio e occhialino e si sposta su un piccolo binario ben nascosto dall’abito da dama.

La bellezza delle singole opere risiede non solo nei meccanismi che le animano ma anche nei materiali con cui sono realizzate: porcellana, tessuti pregiati, legno e smalti, cristalli. Il tutto ricorda l’epoca di ricchezza ma anche di ricerca del bello che ha caratterizzato la vita dentro e intorno questa villa spettacolare.

Cosa fare a Villa Lattes e dintorni

Villa Lattes organizza anche diversi eventi culturali, che esaltano il museo ma non solo. Vengono allestiti spettacoli teatrali in villa, concerti, laboratori didattici, giornate culturali (Musei Narranti, Giornate della Memoria, Tour Segreto), oltre alle tradizionali visite alla proprietà e al museo.

Villa Lattes si trova a Istrana, località situata a pochissimi chilometri da Treviso. Quindi, chi viene a visitare Villa Lattes potrà spaziare su itinerari che vanno alla scoperta di alcuni degli angoli più belli del Veneto. Treviso e il suo elegante centro storico, sicuramente, ma anche Castelfranco e Montebelluna. Bassano del Grappa si trova più distante ma comunque facilmente raggiungibile. Lo stesso si può dire per Venezia, che si trova a meno di un’ora di viaggio da Istrana.

Informazioni utili per visitare Villa Lattes

Come arrivare: arrivare a Treviso è semplice, l’aeroporto locale si trova a 5 km dal centro cittadino, ma anche l’aeroporto di Venezia è ben collegato alla città. In macchina, potete raggiungere facilmente la città e i suoi dintorni (Istrana) tramite le autostrade A4, A13 e A27 con uscite quasi sempre dirette. In treno, il riferimento è la stazione centrale di Treviso da dove poi partono i collegamenti in bus per i paesi limitrofi.

Orari e tariffe per la visita: per accedere al museo si paga un biglietto intero di 5 Euro, ridotto a 3 Euro per alcune fasce d’età, per studenti, guide e residenti. Le visite di gruppo si pagano 4 Euro a persona, mentre per le visite con guida il prezzo sale. In dettaglio, anche per informarvi sugli orari di apertura giornalieri, il consiglio è di consultare la pagina del sito ufficiale.

Si ringrazia per le foto:  www.museovillalattes.it e il Comune di Istrana ( Servizi Amministrativi e Culturali ).

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