Voglia di un weekend al di là delle Alpi con la certezza di trovare clima mite, natura rigogliosa, borghi lacustri che incantano, città in cui abbandonarsi allo shopping di lusso, ma in cui si respira anche storia e arte? Allora il Canton Ticino fa per voi! Tanto più che in questo angolo del sud della Svizzera, comprendente i distretti di Lugano, Bellinzona, Locarno e Mendrisio, la lingua ufficiale è l’italiano, come lo è la cultura, inclusa quella enogastronomica, con qualche piccolo distinguo…

Andar per grotti per scoprire autenticità e tradizione

La storia italiana e quella svizzera s’intrecciano da tempo immemore: dagli antichi Romani, che nel loro passaggio vi portarono la prima coltura della vite, ai lunghi secoli in cui le terre ticinesi furono contese tra Como, il Ducato di Milano con i Visconti e gli Sforza, e i Cantoni elvetici, alle avventurose storie di piccolo contrabbando tra Italia e Svizzera e di tanti artigiani italiani che vi immigrarono in cerca di fortuna a fine Ottocento. Va da sé che la gastronomia italiana sia parte integrante della cucina nazionale, rintracciabile in particolar modo nei grotti (vedi alla voce “crotti” della Valchiavenna), in origine sorta di cantine in cui si conservava al fresco il cibo, trasformati poi in caratteristici locali aperti al pubblico dove si servono prodotti e specialità del luogo: salumeria, minestroni, risotti, polenta con il brasato, formaggi e formaggini (quest’ultimi intesi come formaggi freschi di piccole dimensioni), torta di pane (classica ricetta antispreco) e anche il panettone, che in Ticino trovate tutto l’anno.

Oggi i grotti, pressoché presenti in ogni località, sono divenuti un’icona ticinese, siano essi tradizionalmente rustici, con vista laghi e intorno i vigneti, o più cittadini e premiati dalle guide, come per esempio lo storico Grotto della Salute a Massagno, a due passi da Lugano. Costruito nel 1893 per rifocillare i pellegrini in cammino verso la Madonna della Salute a Venezia, delizia il palato con pietanze tradizionali e una cucina più contemporanea, il tutto accompagnato da ottimi vini.
Tra le peculiarità del territorio, il bianco di Merlot

A proposito di carta dei vini: qualsiasi grotto, ristorante, trattoria, bar o locale ticinese proporrà immancabilmente il Merlot. È questo il vitigno principe del Canton Ticino (ricopre circa l’80% della superficie vitata cantonale), ma a differenza di altri Paesi, Italia compresa, qui viene vinificato anche in bianco. L’origine di questa tradizione vinicola risale agli anni Ottanta del secolo scorso, soprattutto per far di necessità virtù: a quel tempo, infatti, si produceva troppa uva Merlot a scapito della qualità del vino, che rimaneva invenduto in cantina, mentre aumentava la richiesta di vini bianchi da parte della clientela svizzera, soprattutto tedesca, per cui enologi ticinesi lungimiranti come Cesare Valsangiacomo, che ne propose anche la spumantizzazione con il metodo classico (d’altra parte già lo facevano i francesi con il Pinot nero!) e Adriano Petralli iniziarono a vinificarlo in bianco. Nel giro di pochi anni, il bianco di Merlot del Canton Ticino, che rappresenta la regione vitivinicola più prestigiosa del Paese, conquistò il mercato e divenne una vera e propria specialità locale. Ma attenzione! Si può degustare solo in Ticino e in Svizzera, come dal resto tutti gli altri vini del territorio, in quanto la produzione nazionale vitivinicola viene assorbita totalmente dal mercato interno.
Il Mendrisiotto, la regione del vino e dei “Momò”
Se il Merlot fa la parte del leone, tra i vigneti coltivati nel Ticinese ci sono anche il Cabernet Franc, il Pinot nero, il Gamaret, lo Chardonnay, il Sauvignon. Territorio d’elezione per queste coltivazioni è il Mendrisiotto, la regione più meridionale della Svizzera, in cui viene prodotto il 40% dell’uva ticinese. Il paesaggio di questa regione conquista immediatamente: colline ricoperte di vigneti (si parla di viticoltura eroica a 500/600 metri d’altezza, piccoli appezzamenti di alta qualità) con vista sul Lago di Lugano, che viene normalmente chiamato Ceresio, presumibilmente dal toponimo romano ceresium, cioè “più blu del cielo”. E poi antichi borghi e città da visitare, come Mendrisio, il capoluogo, dove ogni autunno, a fine settembre, da oltre sessant’anni, festeggiano il vino nei cortili interni e nelle piazze principali con la Sagra del borgo, che attrae visitatori da tutto il circondario. La città ha dato i natali, tra gli altri, al celebre architetto e scultore Mario Botta, e sono diverse le sue opere realizzate e visitabili nella regione, come il Fiore di Pietra sul Monte Generoso.

Un rapporto con l’arte, quello della città, molto forte: pensate che ci sono ben cinque musei d’arte in un centro urbano che conta circa sedicimila abitanti, davvero un bellissimo record! Altra curiosità: gli abitanti, i mendrisiensi, sono conosciuti come i “Momò”, nomignolo che deriva dalla loro tipica parlata intervallata spesso dalla parola mò (adesso, ora), e che li rende simpatici all’istante!
Degustazioni di vini bio all’ombra di un castello e fuga d’amore nel relais
Tra le realtà vinicole più interessanti da visitare nel Mendrisiotto c’è Castello di Morcote, che si trova all’estremità del pittoresco borgo di Vico Morcote e che prende il nome dal maniero del XV secolo costruito sui resti di una torre romana che sovrasta la tenuta, su un promontorio circondato dal lago (magnifica la vista, si può intravedere anche la sponda italiana) e ricoperto da uliveti, pascoli, boschi e vigneti terrazzati. Tra specchio lacustre e montagne di origine vulcanica, le viti beneficiano di un microclima ideale per la produzione di vini. Quelli di Castello di Morcote, di proprietà della famiglia Gianini, arrivata alla quarta generazione, sono bio dal 2017 e figurano, meritatamente, tra i migliori cento della Svizzera. Nel 2021 è stata rinnovata la cantina, dando origine a un opificio dove si lavorano le uve ma, soprattutto, a un luogo d’incontro per un turismo vinicolo di qualità incentrato sulla sostenibilità.
Se ne può avere testimonianza nel tour “Green Vineyard & Wine Experience”, disponibile su www.MySwitzerland.com al costo di 55 franchi svizzeri (un franco svizzero è poco più di un euro), che dà la possibilità di attraversare i vigneti spingendosi fino al castello. Dopo una degustazione guidata dall’enologa (almeno sei vini) nell’accogliente sala per gli ospiti, è previsto un pranzo leggero a base di prodotti bio di loro produzione e di produttori della regione www.castellodimorcote.ch.

Ai più romantici, la famiglia Gianini propone un soggiorno nel loro hotel di charme www.relaiscastellodimorcote.ch, dotato di dodici camere, una diversa dall’altra, ricavate dalla ristrutturazione di una casa patrizia seicentesca che si trova nel centro storico di Vico Morcote. Per colmare il languore allo stomaco, al piano terra del relais c’è il ristorante La Sorgente. Aperto solo di sera, a eccezione del sabato, per una ventina di commensali, vi lavora il giovane chef bresciano Francesco Sangalli, membro dell’Alleanza dei cuochi Slow Food, che propone deliziosi piatti impreziositi da tecniche di cottura molto accurate come la fiamma viva, il carbone e le affumicature.
Per i più sportivi, la regione si scopre con i Bike & Wine oppure lungo i sentieri escursionistici nel territorio del Monte Generoso
Un’altra interessante realtà viticola del Mendrisiotto è Borgovecchio Vini a Balerna. Nel 1923, quando era di proprietà del fondatore Giuseppe Fumagalli, era un’importante azienda di distribuzione di vini di alta qualità; poi, dal 2011, ha affiancato a questa attività quella di produzione, acquisendo l’azienda di Giuseppe Crivelli, noto nel mondo vitivinicolo ticinese per la continua ricerca di valorizzazione dei vitigni del territorio.
Convertita al biologico dal 2021, l’azienda coltiva in tutto otto ettari per una produzione di 30/40 mila bottiglie, in parte sulle pendici del Monte San Giorgio, patrimonio Unesco per il giacimento di fossili presente, e in parte sui migliori versanti delle località di Pedrinate e Morbio Superiore. I diversi terroir consentono la coltivazione di quindici diversi vitigni, tra cui è presente, oltre al Merlot, il Pinot grigio, di cui sono gli unici produttori nel Canton Ticino.
A guidare oggi l’azienda è Carlo Crivelli che, da conoscitore e amante del territorio, ha realizzato il progetto enoturistico “Mendrisiotto Terroir” per offrire esperienze enogastronomiche “slow” di mezza giornata a piccoli gruppi. Tra queste, i Bike & Wine consentono di pedalare attraverso vigneti e villaggi rurali, fermandosi lungo il percorso per visitare cantine, fare degustazioni e assaporare formaggi e salumi, magari accompagnati dalla polenta rossa della Valle di Muggio, prodotta con la farina di mais rosso ticinese, varietà antica sopravvissuta fino a oggi grazie all’impegno di alcuni agricoltori e salvaguardata dalla fondazione ProSpecieRara.
La farina viene macinata a pietra nel Mulino di Bruzella, costruito sulla riva del fiume Breggia oltre sette secoli fa, restaurato e ristrutturato nel 1996, divenuto oggi popolare meta per gite ed escursioni. Il mulino trasforma in farina venti tonnellate di mais, vendendola poi a piccoli negozi di paese, grotti e visitatori del mulino.

Nella zona si può soggiornare in una delle strutture dell’Albergo Diffuso Monte Generoso, progetto nato per promuovere esperienze di qualità sul territorio che comprende la Valmara e la Valle di Muggio. La realtà turistica ha fatto rivivere Scudellate, piccolo borgo di montagna (910 metri) situato a pochi metri dal sentiero dei contrabbandieri, come testimonia la dogana, casetta oggi adibita a museo.
Gli edifici, ciascuno con alle spalle un’affascinante storia da raccontare, sono stati rinnovati con l’obiettivo di accogliere escursionisti amanti della natura e della tranquillità. Oggi offrono un’ottantina di posti letto, i cui prezzi vanno dai 35 franchi svizzeri dell’ostello (che profuma di legno odoroso) ai 150 franchi a persona per le suite di strutture di grande charme.

L’ex scuola oggi ha assunto la veste dell’Osteria Marciana, che oltre all’ospitalità offre deliziose pietanze tradizionali, come la polenta (quella del Mulino di Bruzella) con i funghi, il formaggio e l’ossobuco. Nei dintorni del paese ci sono tante possibilità di escursioni, a piedi o in bicicletta, in un paesaggio naturale che varia a seconda delle stagioni.
L’arte e il dolce vivere di Lugano
Altra regione del Canton Ticino è il Luganese, da esplorare in battello o in bici per ammirare le montagne che si tuffano nel lago omonimo e i paesini incastonati sui pendii. Il capoluogo, Lugano, deve la sua fortuna turistica all’apertura della ferrovia del Gottardo (1882), che collegò il Nord al Sud della Svizzera. Da tempo è una meta internazionale che mescola finanza e cultura, ed è perfetta come base per partire in esplorazione anche delle altre regioni del Canton Ticino.
Tra gli hotel che si trovano sul lungolago, nel centro della città, segnaliamo l’International au Lac Historic Lakeside Hotel (quattro stelle Super), simbolo dell’ospitalità ticinese e uno dei più rinomati della città, scelto da ospiti internazionali. Situato all’inizio o alla fine, a seconda da dove arriviate, di via Nassa, il viale porticato dello shopping di grandi firme, design, gioielli e orologi, l’hotel venne costruito nel 1905 su tre piani al posto di un seminario e del Vescovado.

Dal 1929 è di proprietà della famiglia Schmid, arrivata con Roberto e Alessandra alla quarta generazione. Se avrete occasione di parlare con Roberto, comprenderete quanto sia importante per loro la “storicità” dell’hotel, rintracciabile anche in una stanza Belle Époque con letto a baldacchino e arredo originale, e nel piccolo museo dell’hotel, in cui vengono ripercorse le tappe più importanti della struttura alberghiera.
A connotarli è anche la conduzione familiare: nonostante l’internazionalità del luogo, non hanno mai ceduto alle lusinghe di catene internazionali, che sarebbero state di certo molto più impersonali nell’accoglienza. Qui, tra i corridoi, si possono osservare le gallerie di quadri allestite dalla mamma di Roberto, Beatrice, che vi ha appeso i dipinti donati da tanti amici artisti.
L’hotel offre stanze vista lago, piscina e giardino, una sostanziosa colazione a buffet fino a quasi le 11, il “Blues Bar” – così chiamato per la collezione di foto autografate di artisti che hanno soggiornato nell’albergo, tra cui diversi italiani – e, cosa non da poco, un garage sotterraneo (scavato nella roccia) con 36 posti auto al coperto e quattro stazioni di ricarica per auto elettriche.
È anche molto comodo per prendere il bus, mezzo molto utilizzato in città per spostarsi nelle località ticinesi (orari su www.ffs.ch), avendone pressoché di fronte la fermata in piazza Luini. Quest’ultima deve il nome a Bernardino Luini, pittore italiano di scuola rinascimentale lombarda e riferibile alla cerchia dei Leonardeschi, che per la cinquecentesca Chiesa degli Angioli, a pochi metri dall’hotel, dipinse la Passione e Crocifissione, considerato il più famoso affresco rinascimentale della Svizzera.

Dulcis in fundo, sempre a pochi metri dall’hotel trovate il LAC (Lugano Arte e Cultura), punto di riferimento culturale della Svizzera, inaugurato nel 2015 come luogo di incontro e contaminazione fra arte, cultura, danza, musica e teatro. Ospita la sede del Museo d’Arte della Svizzera Italiana (MASI Lugano) e l’Orchestra della Svizzera Italiana https://www.luganolac.ch/lac/home.html.
Bellinzona, capitale del Ticino sospesa tra Medioevo e modernità

Considerata l’entrata alla catena alpina, o “porta d’Italia”, a seconda che gli invasori arrivassero rispettivamente da sud o da nord, Bellinzona, la capitale del Canton Ticino, deve il nome al fatto che è stata sempre una “zona bellica”. La città è ricca di questa eredità storico-geografica lasciatale dal Medioevo, che convive con il fascino austero e rigoroso del borgo lombardo.
Per scoprire entrambi gli aspetti basta inoltrarsi nei vicoli e nelle piazze, e soprattutto visitare la Fortezza, patrimonio Unesco dal 2000, composta da tre castelli – Castelgrande, Castello di Montebello e Castello Sasso Corbaro – dalla murata e dalle mura del borgo, accessibili al pubblico https://fortezzabellinzona.ch.
Ma ci sono anche altre anime della città da scoprire: quella legata ai sapori del Ticinese, protagonista ogni sabato mattina dalle 7.30 alle 13, in occasione dello storico mercato nel centro storico, a cui partecipano oltre un centinaio di produttori della zona con le loro bancarelle dai tendoni a strisce rosse e blu, i colori del Ticino.
In vendita ci sono frutta, verdura, formaggi e formaggini delle valli, insaccati, pane tipico come la treccia al burro preparata per la colazione domenicale, miele e polenta rossa preparata al momento, oltre a prodotti d’artigianato artistico, pezzi d’antiquariato e vestiario.
Finito il mercato, per pranzare c’è la trattoria Cantinin dal Gatt, che si trova all’interno di un’antica casa di metà Ottocento. Ha sale a volta e angoli suggestivi a ridosso delle mura del Castelgrande, come la piccola cantina in granito dove si può scegliere il vino o assaporare un ottimo aperitivo. La cucina casalinga si basa su preparazioni creative nel rispetto della tradizione e della stagione www.cantinindalgatt.ch.
L’altra anima è quella del Rabadan, il carnevale più famoso del Ticino, festeggiato da oltre 160 anni nelle strade di Bellinzona.
Per programmare al meglio la vostra vacanza in Canton Ticino potete consultare i siti Ticino Turismo (ticino.ch) e Svizzera Turismo (myswitzerland.com), oppure affidarvi a operatori della zona come Carolina Peter, che organizza viaggi su misura (www.sunny-lake.ch).
Muoversi con il “Ticino Ticket”
Ogni ospite che pernotta in alberghi, ostelli della gioventù e campeggi riceve il Ticino Ticket, che consente di usufruire dei trasporti pubblici per l’intera durata del soggiorno. Al contempo, si può beneficiare di agevolazioni sugli impianti di risalita, sui battelli nei laghi svizzeri e sulle principali attrazioni turistiche in tutto il Cantone. Il Ticino Ticket è anche digitale ed è possibile riceverlo sul proprio smartphone.
Per ulteriori informazioni potete consultare la pagina www.ticket.ticino.ch
Come arrivare
In treno: la rete delle Ferrovie Federali Svizzere collega il Ticino con Milano con partenze garantite ogni ora. Se scegliete Lugano come destinazione, dalla stazione ferroviaria – posta sulle colline circostanti la città – si può prendere la funicolare (biglietto CHF 1,30) che collega in poco più di un minuto il centro cittadino, oppure scendere a piedi in una decina di minuti.
In auto: autostrada dei Laghi A9 da Milano o l’autostrada A8 da Varese.