Costa Brava: la storia si affaccia al mare

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Massimo e Veronica, collaboratori di Veraclasse, stanno viaggiando in auto dall’Italia fino alla Andalucia per realizzare un nuovo reportage di viaggio tra mare, natura, cultura e archeologia. Da oggi a cadenza regolare pubblichiamo suggerimenti e immagini per chi volesse addentrarsi in una delle regioni più mistiche d’Europa.

Anche quest’anno viaggiamo con i lettori di Veraclasse per condividere un’avventura. Dopo il lungo itinerario del Sud America del 2011 e il reportage dalla Londra Olimpica del 2012, quest’anno scegliamo di raggiungere la regione più meridionale della Spagna, punto di ingresso dall’Africa e dall’Oceano Atlantico: l’Andalucia. Prediligiamo la massima autonomia e così la scelta dell’auto come mezzo di trasporto pare quasi obbligata. Attraversiamo la Liguria e la costa francese e dopo aver lasciato alle spalle la bella Camargue, scegliamo di rilassarci qualche giorno a nord di Barcellona.

Costa Brava in Spagna
La Costa Brava è quella fascia che dal confine francese raggiunge la capitale Catalana, dopo aver disegnato incantevoli calette che si alternano a scogliere mozzafiato. Una sorta di mezza luna dorata dal paese di Portbou (vicinissima al confine) a quello di Blanes, che è sulla sponda orientale del Rio Tordera, confine della Costa. Noi, che amiamo la storia e l’archeologia, troviamo questa regione deliziosa grazie alle numerose spiagge che in cui possiamo rinfrescarci tra una visita e l’altra e gli innumerevoli richiami del territorio interno, costellato da grandi boschi adagiati tra colline e pianure.

Scegliamo di soggiornare qualche giorno a Tossa de Mar, il più grazioso – a nostro avviso – dei paesi che si affacciano sulla Costa Brava, il cui caratteristico centro storico si arrampica su un promontorio che ancora oggi conserva intatte le mura delle fortificazioni erette nel XII secolo. La torre sul mare di Tossa è così suggestiva che non smetteresti mai di ammirarla, sia mentre sei sulla lunga spiaggia “del pueblo”, sia mentre ti perdi tra le viuzze del centro, magari alla ricerca di un locale dove gustare la squisita “fideua”, una sorta di paella con riso nero, ovvero annerito con nero di seppia. Marc Chagall vi soggiornò per un certo periodo e nel 1933 la definì non a caso il “paradiso azzurro” per la limpidezza delle acque. In effetti la prima cosa che decidiamo di fare appena arrivati è provare le due spiagge cittadine (Platja Gran e Platja de la Mar Menuda)e diremmo che supera la prova del nove! Ogni giorno decidiamo di provare una spiaggia diversa in zona: non riusciamo a spingerci troppo lontano (verso la suggestiva Punta de Santa Anna, nella baia di Banes), ma anche le calette adiacenti Tossa, come Cala Pava. Immaginiamo che Ava Gardner, che a Tossa girò un film che continua a fare storia nella regione (“Pandora e l’olandese volante”), si riposasse in queste acque cristalline che ancora oggi sono trasparenti grazie al fondo roccioso e di un blu accecante, soprattutto se viste dall’alto della strada costiera.

Tossa de Mar è un toponimo che deriva da quello della città fondata dai Romani, Turissa, e anche a noi pare strategica per la regione. Da qui possiamo visitare le numerose vestigia del passato che si celano nell’interno, come la civiltà megalitica che ha lasciato diversi dolmen in zona. Il più affascinante è quello della Cova d’en Daina, uno dei rari casi intatti di dolmen circondato da un cromlech, ovvero da una serie di menhir disposti a circolo. Per raggiungerlo ci inerpichiamo lungo una graziosa strada collinare e negli ultimi metri, finalmente a piedi, siamo circondati da una natura lussureggiante e fresca che lascia intatto l’alone di mistero di questo monumento dell’Epoca del Bronzo. Altro dolmen in zona si trova a Cap de Creus, mentre per avanzare lungo l’asse del tempo, bisogna visitare il villaggio abitato dal VII a.C. dagli Iberici, a Ullastert, sulla collina di Ill d’en Reizac. Ma Costa Brava significa soprattutto Greci giunti dal mare (poi seguiti dai Romani), che qui sbarcarono per la prima volta nel VII a.C. I Greci di Focea infatti giunsero a Empuries (in greco antico Emporion e in latino Emporiae), insediamento commerciale greco prima e romano poi che è l’area archeologica più grande di Spagna e forse la più ricca! I mosaici di Augusto sono ancora visibili e il museo è davvero eccezionale. Ma soprattutto, in questo sito a due passi dalla spiaggia di Sant Martì d’Empuries, colpisce l’armonia tra le costruzioni antiche e il paesaggio, cui rende omaggio la statua (in replica, l’originale è nel museo) della maggiore divinità qui venerata, ovvero Asclepio/Esculapio, dio della Medicina. Proprio qui infatti, il paludismo, oggi anche detto Malaria, era all’ordine del giorno e qui – probabilmente- è nato il concetto di ospedale come lo conosciamo oggi. E anche nella cittadina di San Martì si conserva un’aria tradizionale: nei suoi stretti vicoli tra case in pietra e immense piante floreali, viene voglia di trascorrere ogni siesta della propria esistenza! Per gli amanti del genere, la vicina Sant Feliou de Guixols conserva un bel monastero benedettino del 961, in stile romanico, gotico e barocco, che pare un libro di architettura. Nelle vicinanze si trova la spiaggia di Palamos, dove i gamberi arrostiti sulla brace sono tanto grandi quanto succulenti: una pausa perfetta! Ma la Costa Brava, come è ovvio che sia, non la scopriamo certo noi! E tra i grandi che qui sono passati, eleggendola a propria residenza, è anche Salvator Dalì, che a Port Lligat trascorse gran parte della propria vita. Forse la scelse anche per la vicinanza del villaggio di Cadaques, la cui atmosfera marinara è pura come il bianco riflesso dalle sue abitazioni. Molti in effetti borghi medievali intatti della regione, da Bellcaire a Peratallada, il cui castello conta ben cinque torri, ma è ora di partire. Scenderemo verso sud per giungere quanto prima a destinazione: Andalucia. La nostra base sarà il centro del mondo spagnolo per una settimana: Malaga. Hasta pronto!

Testi di Massimo Frera e Veronica Del Punta (trovate altri post di archeologia su questo ed altri viaggi sul loro blog www.arkeomount.com)

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